Erano state sequestrate a Cosa Nostra e adesso, grazie al buon lavoro dell’amministrazione giudiziaria, funzionano a pieno regime, garantendo posti di lavoro e investimenti produttivi. Sono le 4 cave del sequestro Buttitta: la “Giardinello” di Trabia, la “Consona” di Bagheria, la “Valle Rena” tra Altofonte e Piana e la “Casachella” di Bolognetta.
“Finalmente un’amministrazione giudiziaria che funziona, è emerso un quadro con prospettive positive, ci sembra che l’operato dei due amministratori, il dottor Antonio Lo Mauro e l’ingegnere Virgilio Bellomo, vada nella giusta direzione. Si parla di investimenti, alcuni già fatti, e di altri che saranno fatti in tutte le cave per la manutenzione e l’ammodernamento delle reti elettriche. In questo contesto abbiamo anche chiesto di attivare la negoziazione del contratto integrativo aziendale”. A dichiararlo è Francesco Piastra, segretario della Fillea Cgil. Il sindacato degli edili ha espresso così il suo apprezzamento, giudicando “positivo” il futuro delineato nella gestione delle 4 cave e di un’azienda del gruppo sotto sequestro Buttitta, in provincia di Palermo, da parte dei nuovi amministratori nominati dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale.
Attualmente l’azienda e le 4 cave sequestrate, di cui una riattivata dopo 20 anni, funzionano a regime e garantiscono l’occupazione di 61 dipendenti, 13 dei quali assunti definitivamente a dicembre dopo un contratto a tempo. Sulle cave è stato investito complessivamente un milione di euro. Il bilancio dell’attività svolta è stato fatto nella sede di Confindustria. Al tavolo i due amministratori giudiziari e la Fillea Cgil Palermo, rappresentata da Francesco Piastra e Alex Mantegna.
La cava “Casachella” di Bolognetta è stata rimessa in funzione con un contratto con la “Bolognetta scpa” che sta costruendo il tratto di strada Bolognetta-Lercara Friddi. L’azienda è invece la “O.Ri.Ma snc” di Bagheria, che si occupa della fabbricazione e manutenzione di mezzi meccanici e di impianti. Nella prima delle cave, la “Giardinello”, da poco è stata acquisita una commessa per l’invio di navi cariche di materiali a un’azienda di Malta. Per due anni la cava assicurerà lavoro ai suoi 15 dipendenti. Anche la cava “Consona” ha lavoro garantito per 2 anni in virtù di un contratto con la Tecnis per la fornitura di materiale inerte. Altri 2 anni garantiti anche alla cava “Valle Rena”.
“Se amministrate bene e gestite in un’ottica produttiva anche le aziende sotto sequestro possono garantire sviluppo. Dopo diversi insuccessi nella gestione dei beni confiscati, quanto sta avvenendo è ancora più eccezionale in quanto ci troviamo in un momento di contrazione del settore edile. Con gli amministratori abbiamo condiviso e concordato di attivare la contrattazione di secondo livello, per definire un premio di risultato, in riferimento al raggiungimento degli obiettivi di produttività delle varie cave. Nei prossimi giorni – conclude Piastra – faremo le assemblee con i lavoratori delle aziende per condividere una piattaforma che come sindacato consegneremo alle aziende”.