“Se qualcuno immagina che non abbiamo memoria, dimentica che l’esperienza del fallimento del gruppo Amia è scalfita sulla pelle dei lavoratori. Non basta pagare le retribuzioni delle maestranze, anche al tempo delle vecchie Amia spa e Amia Essemme non c’erano ritardi nei pagamenti degli stipendi e le aziende sono giunte lo stesso al fallimento. Oggi non si vuole certamente rivivere quel momento ed è grave che sono soprattutto politiche di immobilizzazione crediti e indebitamenti bancari dell’azienda a tenere in piedi un delicato equilibrio economico-finanziario”. Ad affermarlo sono i sindacati di Rap, Fp Cgil, Fit Cisl, UilTrasporti, Fiadel e Filas in una nota rivolta al CdA di piazzetta Cairoli, aggiungendo “adesso basta”.
“Da ben 45 giorni – sottolineano – l’amministrazione comunale di Palermo non versa un centesimo nelle casse dell’azienda, il credito verso il Comune ci risulta essere pari a 50 milioni di euro e il CdA della Rap, anziché impegnarsi concretamente su questo fronte, ci convoca per affrontare temi di nuova riorganizzazione a distanza di 15 mesi da quella voluta dall’ex presidente (oggi assessore del Comune) Sergio Marino; segno evidente che quando ci opponemmo a quella riorganizzazione forse avevamo visto giusto considerato che a parità di managment e forza lavoro l’attuale CdA intende rivedere ciò che era stato rivisto. Sindacati e lavoratori – aggiungono – esigono la verità, per il bene dell’azienda, dei dipendenti Rap e della città. Resteremo in attesa una sola settimana, a metà febbraio istituti previdenziali, erario e fornitori verranno a battere cassa e l’azienda dovrà avere la condizione economica di farvi fronte senza ulteriori operazioni di ‘finanza creativa’ che recano danno all’azienda stessa. I dati delle percentuali di sindacalizzazione lo confermano, i lavoratori mantengono la piena fiducia nei confronti delle parti sociali, e noi siamo pronti a tutelare livelli occupazionali e una solida struttura aziendale con tutti gli strumenti normativi e contrattuali vigenti”.
Intanto dal Comune informano che da Aprile 2016 ad oggi su un organico di 2007 dipendenti la percentuale di inabili temporanei al lavoro è diminuita passando dal 13,20% al 5,97%. Grazie all’avvio di verifiche e controlli e grazie ad una migliore razionalizzazione nella organizzazione del lavoro, il numero complessivo dei lavoratori inidonei temporanei è passato infatti da 270 ad aprile 2016 a 120 di fine gennaio 2017 (operatori di 2°, 3° e 4° liv., autisti di 3° e 4° liv.).
«L’alta percentuale di inidonei rispetto alle medie considerate fisiologiche per mansioni che richiedono un carico fisico, creava non indifferente difficoltà nella gestione dell’azienda. Al momento del passaggio del personale Amia alla RAP, gli inabili erano circa 100, con una anomala impennata a partire dal 2014, che ha fatto scattare i controlli anche tramite la ASP. Gli inabili temporanei a lavoro (che nel periodo di inabilità prestavano servizio di guardiania, di pulizia, di portineria ecc. nelle varie sedi aziendali), una volta tornati idonei sono rientrati nei servizi assegnati, prima della inabilità temporanea, tra cui lo spazzamento e il funzionamento piattaforma di Bellolampo. Alcuni, per esigenze di servizio, sono stati assegnati ad altri settori (compatibilmente con le eventuali limitazioni e/o prescrizioni indicate dai medici legali) come il servizio di spazzamento, lo svuotamento cestini, la pulizia dei mercatini».
«La miglior tutela di coloro che hanno oggettive limitazioni all’esercizio delle proprie mansioni – ha detto il Sindaco Orlando – consiste nella costante verifica delle condizioni di ciascuno, proprio per far sì che la salute e la sicurezza dei lavoratori vadano di pari passo con l’efficienza dell’azienda».