Da giorni è chiaro che le elezioni di Palermo si apprestano a regalare sorprese, polemiche e cotillon. Puntuale come una raccomandata arriva questa mattina la spaccatura a Cinquestelle. Siccome i grillini sono abituati a regolare le loro faccende sulle “piattaforme”, il racconto di Riccardo Nuti spunta dalla sua pagina Facebook.
Per il deputato il giudizio è tranchant: “In questa tornata non c’è il M5s, inutile far finta di nulla e chiudere gli occhi”. La polemica è balzata fuori all’improvviso durante un confronto “online” con alcuni attivisti. La sintesi, però, è semplice: il deputato 5 stelle, Riccardo Nuti, sospeso dal movimento per la vicenda delle firme false a Palermo, critica la scelta di candidare Ugo Forello a sindaco del capoluogo siciliano per il M5s. A chi lo accusa di aprire la porta a un pericoloso gioco di correnti, Nuti replica a muso duro: “Nessuna corrente e nessun gioco“, argomenta rispondendo sul social media ad una grillina che sottolineava di essere “basita” dalle sue parole.
“Ma possiamo mai appoggiare persone che il M5S ha attaccato in commissione antimafia nel 2014? Possiamo mai appoggiare la stessa persona che abbiamo denunciato alla procura con un esposto?”, si chiede Nuti, in riferimento al fatto che Forello, secondo la ricostruzione di alcuni dei grillini indagati, avrebbe “pilotato” le dichiarazioni di Claudia La Rocca, la consigliera regionale che per prima ha deciso di collaborare con i magistrati autoaccusandosi della ricopiatura delle firme. “Puoi credere in ciò che vuoi ma se uno si mette la maglietta M5s mica significa che lo è veramente”, afferma Nuti.
Il deputato nazionale è al centro del ciclone giudiziario del caso “firme false”. Secondo le ricostruzioni della Procura di Palermo sarebbe proprio Nuti il regista di quel pasticcio. L’origine della frattura tra Nuti e il candidato sindaco Ugo Forello è tutta lì, e non è roba da poco. Nuti è il primo firmatario dell’esposto, presentato alla Procura e all’Ordine degli avvocati di Palermo, con cui i grillini accusano proprio Ugo Forello (che di professione fa l’avvocato) di avere “pilotato le dichiarazioni” della deputata ‘pentita’, Claudia La Rocca, nella foto.
Quell’esposto, oltre alla firma di Nuti, è siglato da Claudia Mannino e Giulia Di Vita, tutti indagati e sospesi, e dai colleghi Loredana Lupo e Chiara Di Benedetto, non indagate. Il candidato sindaco dei Cinquestelle, per questo motivo è indagato dalla Procura di Palermo. In realtà i Pm avevano chiesto l’archiviazione. Ma il gip Lorenzo Matassa, dopo l’opposizione dei legali dei firmatari dell’esposto, ha fissato l’udienza al prossimo 8 marzo ed i quell’occasione si capirà che fine farà quell’inchiesta.