Ci sarebbero motivi futili alla base della mini rivolta che domenica sera è scoppiata nel carcere minorile Malaspina di Palermo.
Secondo quanto riportato oggi da Repubblica, tutto sarebbe iniziato dopo una pasta alla panna poco condita. «Vogliamo più panna», avevano lamentato alcuni giovani detenuti. Un piccolo gruppo di 11 avrebbe poi strappato le chiavi della “sala comune” dalle mani di un agente penitenziario. Le guardie così sono state chiuse fuori la porta mentre gli 11 “ribelli” si sono barricati dentro alla sala contestando la qualità del cibo e le restrizioni nei permessi. Alla guida della protesta un campano di 25 anni, probabilmente legato alla Camorra.
Da quel momento è scoppiata una mini rivolta dove è stato preso a bastonate un detenuto dello Zen che si era opposto alla ribellione. Il giovane è finito poi in ospedale.
Tra le richieste dei detenuti: tv anche dopo la mezzanotte, più permessi premio e pasti più gustosi. I detenuti, quasi tutti tra i 20 e i 25 anni, dopo l’intervento non violento degli agenti, sono ritornati nelle loro celle. Ma questa bravata per 6 su 11 ha già avuto una ripercussione: sono stati trasferiti in un altro penitenziario minorile.
Un quadro desolante che si scontra i corsi rieducativi e di formazione che gli avrebbero permesso un vero cambio di marcia una volta usciti dal carcere. Tra questi, il progetto “Cotti in flagranza”, i biscotti fatti con le mani dei detenuti, ma anche i corsi di vela e la formazione professionale.