In Sicilia, quando hai bisogno di manager, tecnici e professionisti cui affidare incarichi politici hai una sola strada da percorrere. Andare a pescare tra le fila dei ragazzi e delle ragazze cresciuti e formati alla fine degli anni novanta in quella che è passata alla storia come la Balena Bianca. Ancora oggi, Anno Domini 2017, molti di loro sono al comando.
E da oggi c’è un tassello di storia democristiana, per essere precisi della “sinistra democristiana“, in più ai vertici del governo regionale. Diciamola tutta: sono professionisti cresciuti tutti alla scuola politica di Calogero Mannino prima e Totò Cuffaro (alcuni) poi.
Questa regola vale anche per il neo assessore regionale alla famiglia. Carmencita Mangano è una donna in gamba, una professionista stimata. Il nuovo assessore alle politiche per la Famiglia del Governo regionale. A lei il compito di far dimenticare quella brutta pagina mediatica legata ai fondi mancanti per la disabilità. Quella passata dalle forche caudine dei format tv come il caso “Miccichè”.
Sul piano politico, la nomination di Carmencita Mangano ha diverse chiavi di lettura. Prima di tutto è un ingresso “in rosa“, buono a riequilibrare le quote tra generi all’interno della giunta regionale. Ma soprattutto – come descritto in premessa – è l’ennesima dimostrazione di come la “scuola democristiana” sia ancora in auge. Anche in tempi di “rivoluzione”.
Carmencita appartiene a una famiglia storica della Balena Bianca a Palermo. Il padre, Salvatore Mangano, è stato un pezzo grosso della Dc a Palermo con incarichi istituzionali di prestigio. E fino a qualche sospiro fa anche Giovanni Mangano, fratello di Carmencita, partecipava attivamente alla vita politica della città. Candidato alle regionali del 2008, è stato vicepresidente dell’Udc in provincia e consigliere provinciale.
Carmencita oggi prende il posto lasciato di Gianluca Miccichè per causa Iene. Sul suo capo penderanno responsabilità delicate, dai temi della famiglia a quelli della disabilità. E’ molto probabile che di quell’assessorato verrà cambiato solo il vertice, mentre resterà intatto tutto lo staff di gabinetto nominato ai tempi dell’ingresso in giunta di Gianluca Miccichè.