Al G7 di Taormina del 26 e 27 maggio verrà replicato il modello di ordine pubblicato messo in campo sabato scorso in occasione delle celebrazioni dei Trattati di Roma. Lo ha detto il Ministro dell’Interno, Marco Minniti, ascoltato nella giornata di martedì per circa due ore in audizione dal Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza. Il piano attuato a Roma ed anche in occasione della visita a Milano del Papa, ha evidenziato Minniti, “ha dato ottimi risultati e verrà quindi replicato anche nelle prossime manifestazioni di piazza e nella riunione del G7 di Taormina a fine maggio, l’appuntamento più rilevante al quale gli apparati di sicurezza stanno già lavorando”. Si prospettano per il G7 misure specifiche con l’impiego di tiratori scelti sui tetti, unità cinofile ed in particolare cani anti-esplosivo, artificieri, metal detector ma soprattutto un forte numero di Forze dell’Ordine e militari dell’Esercito, a protezione delle aree strategiche. In tutto saranno almeno 6 mila e 300 le unità dei vari Corpi dello Stato che verranno schierate per la sicurezza e l’ordine pubblico nel territorio di Taormina e dintorni. A tutto ciò si aggiungeranno telecamere e una regia unica con immagini delle aree sensibili per monitorare lo stato dei luoghi in tempo reale. La strategia è stata confermata anche da Giacomo Stucchi, presidente del Copasir: “Con il ministro Minniti, al termine dell’audizione, si è fatto il punto sulla sicurezza interna, sulle manifestazioni, sull’immigrazione e sul terrorismo”.
Per quest’ultima minaccia c’è un’allerta elevata a livello 2 su tutto il territorio nazionale. Il pericolo riguarda l’intera comunità occidentale. Noi finora non siamo stati colpiti ma non siamo immuni dal rischio”. “Non ci sono minacce “puntuali” e non sono stati individuati soggetti che hanno manifestato l’intenzione di colpire in Italia – ha continuato il presidente Copasir – c’è però tutta una serie di soggetti ed ambienti che vengono attentamente monitorati e lo strumento dell’espulsione si è rivelato utile in chiave preventiva. L’obiettivo – ha aggiunto – è proprio quello di prevenire, in un’ottica di collaborazione con le forze di polizia e di intelligence straniere”. L’attenzione, in vista del G7 di Taormina, è sempre più alta ed è rivolta al rischio di atti terroristici ed eventuali azioni di “lupi solitari”. L’altro aspetto sul quale, a due mesi dal summit dei potenti, sono giorni “caldi” è quello riguardante il corteo dei movimenti antagonisti.
“Numerosi compagni e compagne da tutta la Sicilia – si legge in una nota del movimento “No al G7 a Taormina” – si sono riuniti per costruire la contestazione al vertice G7 di Taormina. Nonostante la vaghezza delle risposte date, ad oggi, dalla Digos negli incontri che si sono avuti fino ad ora con i rappresentanti delle reti regionali contro il G7, si è valutato che resta di prioritaria importanza opporsi con ogni mezzo all’assurda militarizzazione della cittadina di Taormina, che già oggi sottopone i residenti della cittadina siciliana ad una inaccettabile pressione e che andrà, sempre di più, intensificandosi. La militarizzazione si estende a tutto il territorio, dietro la promessa di poche compensazioni ed opere di utilità collettiva per le quali tra l’altro gli appalti tardano a partire, e non investe solo Taormina ma anche le zone limitrofe danneggiandone l’economia e turbandone la vita civile. Entro pochi giorni – continua il “No al G7 a Taormina” -, sarà presentata ufficiale comunicazione in Questura per un corteo che parta da Giardini Naxos ed arrivi fino al centro di Taormina e che sia all’altezza dell’attenzione e della partecipzione che questo appuntamento di lotta sta suscitando in Sicilia ed in Italia. Abbiamo ribadito che al G7 non opporremo solo un grande corteo popolare. Già adesso tutta la Sicilia, nelle varie componenti del movimento, è attraversata da una riflessione diffusa sui temi della militarizzazione, del controllo sociale, delle migrazioni, del lavoro, del debito, della guerra permanente che sono incarnati da questo vertice. Riflessione che sarà chiusa da una assemblea di confronto collettivo il giorno prima del corteo, assemblea alla quale sono invitati ad intervenire compagne e compagni che dovunque, con qualsiasi modalità, si oppongono e fanno propria la lotta contro questo G7. La Sicilia, comunque, è già adesso in mobilitazione”, aggiunge il fronte della contestazione che si oppone al G7.
Intanto, di fronte alla problematica delle eventuali situazioni di agitazioni pubbliche, gli 007 riflettono sul livello di minaccia. “Esistono – scrivono nella loro relazione annuale – indicazioni di un rinnovato attivismo che sono giunte anche dall’area siciliana, la quale, dopo una fase di depotenziamento della protesta, ha mostrato di seguire con interesse gli sviluppi giudiziari inerenti al sistema satellitare Muos, specie a seguito del provvedimento di dissequestro dell’ impianto satellitare. In questo contesto sono emersi i primi segnali di propositi contestativi in direzione del Vertice G7 in programma a Taormina. L’attivismo in chiave antimilitarista – continua la relazione – si è tradotto in un aumento della propaganda controinformativa, che ha stigmatizzato, tra gli altri aspetti, la percepita intensificazione delle politiche autoritarie e repressive in ambito nazionale e il protagonismo dell’ Unione Europea, indicata come nuovo polo dell’ imperialismo capitalista, potenzialmente alternativo e autonomo rispetto a quello statunitense”.