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Quelle immagini per promuovere il G7 di Taormina che ricordano “Il Padrino” e si accende la polemica

martedì 11 Aprile 2017

Ecco una delle immagini scelte per promuovere il G7 in programma a Taormina. Un festival degli stereotipi, che non è passato inosservato, visto che il giovanotto della foto potrebbe essere associato al cliché del “picciotto mafioso”. Picciotto che ricorda e non poco i personaggi di importanti colossal cinematografici che dipingevano i siciliani come tutti coppole e lupare.

E infatti, proprio le foto-spot diffuse accendono le polemiche. Che immagine si dà in questo modo della Sicilia?

Perché la Sicilia, meravigliosa terra di cultura, storia, accoglienza, bellezza, deve essere sempre umiliata e mortificata?” . Questo è quanto si chiede Giusi Savarino, portavoce di #DiventeràBellissima e presidente di #AmunìSicilia, additando la campagna pubblicitaria del Governo Italiano nella quale, per sponsorizzare il G7 di Taormina nei paesi stranieri, si vede un uomo con la coppola, le bretelle e la sigaretta che guarda con una ragazza con l’ombrellino bianco anteguerra. Il classico siciliano, insomma, guardone, con l’aria sospetta e con l’immancabile sigaretta; manca solo il marranzano.

“Manca solo la lupara in spalla, continua la Savarino che si scaglia contro ogni luogo comune ed ogni pregiudizio sulla Sicilia. “Vorrei sapere chi è questo creativo alla Giletti, ma soprattutto chi ha dato il briefing per questa campagna. Invitiamoli questi geni a girare la Sicilia, da Taormina ad Erice, da Ortigia alla scala dei turchi, da Selinunte alla valle dei templi, dalla villa del casale al duomo di Cefalù o Monreale, dalle Madonie alla spiaggia di San Vito lo Capo, dall’Etna a Vindicari, eviterei solo Tusa, non me ne vogliono gli abitanti, ma l’immagine di Crocetta, sirenetto spiaggiato, potrebbe annullare quanto di bello visto prima, come un backup mal riuscito”.

Giusi Savarino (nella foto) ricorda come la Sicilia sia terra natale di tantissimi grandi, da Archimede ad Empedocle, passando per Verga, Pirandello, Guttuso, Pino Puglisi, Bellini, Falcone e Borsellino. “Cortesemente vorremmo non essere più associati solo alla coppola di Provenzano e Riina. Perché le altre regioni d’Italia riescono sempre a promuovere il loro meglio, mentre quando si tratta di Sicilia, l’unica cosa che si riesce a valorizzare è la coppola?”.

I concetti di mafia e antimafia non devono fermarsi alle parole; così conclude l’ex deputata: “La verità è che la nostra vergognosa classe politica non riesce a far conoscere altro della Sicilia che le brutture, parla solo di mafia e antimafia, per coprire e camuffare come un mantra la loro incompetenza e inefficienza. Noi siciliani la mafia la combattiamo sulla nostra pelle, col nostro sangue, ma siamo ben altro che una coppola e una lupara. Questa classe politica priva di autorevolezza permette tacitamente che la Sicilia venga umiliata”.

“La Sicilia del G7, quella promossa dal manifesto inviato a migliaia di giornalisti dalla Presidenza del Consiglio italiana in occasione degli accrediti al summit mondiale di Taormina, è esattamente quella dello stereotipo falso, vecchio, ignorante e qualunquistico contro il quale Matteo Renzi ha voluto opporsi, proponendo Taormina al posto di Firenze per questo evento”. Questo è quanto dichiara Michela Giuffrida, eurodeputato del Pd.

Michela Giuffrida

“Sull’App varata dalla Presidenza del Consiglio – continua Giuffrida – oggi la foto, che purtroppo ha già fatto il giro del mondo, non esiste più, rimossa, cancellata. E ora magari si ripeterà il solito copione di scuse più o meno convinte e giustificazioni che forse costeranno l’incarico a chi questa campagna ha ideato mentre si moltiplicano le reazioni, il disappunto, lo sdegno. Ma il danno alla terra che si è aggiudicata il G7 per volontà dell’allora Premier Matteo Renzi proprio perché questi aveva cosi voluto rispondere provocatoriamente alle insinuazioni di chi riteneva impossibile che il Summit si tenesse in un territorio a rischio mafioso, è ormai fatto, gravissimo. Promuovere il G7, con l’invio massivo di email a tutti i giornalisti del globo e una app già scaricata centinaia di migliaia di volte, usando una foto in cui un uomo con la coppola, la sigaretta pendente al labbro, camicia nera e bretelle, incolla il suo sguardo su una ragazza rossovestita quanto maliziosamente ammiccante, ma con gli occhi bassi di ordinanza, è assurdo quanto incredibile”. 

Mentre resta amara la consapevolezza – conclude Giuffrida – che, aver messo la coppola sul G7 – proprio per usare un frasario locale vecchio quanto discutibile – per sconfiggere lo stereotipo Sicilia/terra di mafia, è davvero inutile se i primi a vederci con gli occhi de Il Padrino siamo noi”.

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