E’ un vero e proprio terremoto quello che si è consumato stamattina all’alba al Consorzio per le autostrade siciliane. Disposta la sospensione dalla professione, nei confronti di dodici tra dirigenti e dipendenti del Cas, che gestisce le autostrade di mezza Sicilia. ECCO I NOMI.
I reati ipotizzati dal Gip, che ha emesso l’ordinanza su richiesta della Procura catanese, sono, a vario titolo, falso, abuso d’ufficio e truffa. Le indagini della Dia di Catania, diretta da Renato Panvino, durate circa due anni, hanno fatto luce sulla gestione amministrativa del Cas. Nell’inchiesta ci sono 57 indagati.
Le misure cautelari sono state eseguite dagli agenti della Direzione investigativa antimafia di Messina e del Centro operativo Dia di Catania.
“E’ il frutto di un’indagine molto complessa durata due anni sull’amministrazione interna del Consorzio per le autostrade siciliane, coordinata dal procuratore aggiunto di Messina, Sebastiano Ardita“. ha spiegato il capocentro Dia di Catania, Renato Panvino. “L’operazione – ha aggiunto – è scattata in diverse città siciliane, con perquisizioni domiciliari e negli uffici. E’ la prosecuzione dell’operazione già condotta nel 2015 nei confronti di imprenditori e funzionari del Consorzio per le autostrade siciliane che ha fatto luce sull’affidamento degli appalti a ditte compiacenti con modalità di corruzione”.
Il presidente del Cas Rosario Faraci in una nota si dice ‘‘profondamente rammaricato per gli sviluppi della vicenda giudiziaria su fatti risalenti al 2012 e 2013 e manifesta, anche a nome della amministrazione e della direzione Generale, la totale fiducia nell’operato della Magistratura. Il Cas procederà – aggiunge – secondo legge, ad adottare ogni conseguente provvedimento nei confronti dei dipendenti in servizio destinatari delle misure interdittive disposte dal magistrato”.
Nell’inchiesta ‘Tekno’ sono contestati la concessione e il pagamento ai 57 dipendenti del Cas, con quote diverse, di incentivi ottenuti per del lavoro che, secondo l’accusa, sarebbe stato svolto nell’orario d’ufficio e per compiti previsti dalla mansione svolta per conto del Consorzio per le autostrade siciliane. A spiegarlo è uno dei dipendenti del consorzio sentito dalla Dia di Catania e dalla Procura di Messina. “La mia attività – afferma nella dichiarazione agli atti dell’inchiesta – consisteva nel compilare tabelle, un’attività che avevo reso per dovere d’ufficio, comunque non riconosciuti da incentivi progettuali, in relazione ai rapporti del C.a.s. con altri Enti e per tratte autostradali diverse”. Il lavoro, precisa il dipendente, “è stato da me espletato in ufficio, trasmesso a un geometra e discusso col Rup, e comunque normalmente nelle ore ordinarie d’ufficio: è capitato anche fuori dal normale orario di lavoro”. La dichiarazione, secondo l’accusa, “evidenzia come le attività svolte e ricondotte nell’alveo degli incentivi progettuali rientravano nell’ordinaria attività del dipendente, svolta principalmente nelle ore d’ufficio”.