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Appalti e rifiuti al comune di Catania, in manette funzionari e imprenditori

venerdì 16 Marzo 2018
Foto aerea di Catania, l'Etna sullo sfondo
Etna

La Dia di Catania ha eseguito misure cautelari nel capoluogo etneo, a Roma e Milano nei confronti di funzionari pubblici, con ruolo apicale, del Comune ed imprenditori impegnati nel settore Ecologia e Ambiente indagati per reati contro la Pubblica amministrazione. Al centro delle indagini, dirette dal capo centro Dia Renato Panvino e coordinate dal procuratore Carmelo Zuccaro, l’affidamento di un appalto bandito dal Comune per la raccolta dei rifiuti, dell’importo complessivo di 346 milioni di euro suddivisi in tre anni.

Gli arrestati sono l’imprenditore romano Antonio Deodati, 56 anni, e Orazio Stefano Fazio, 64 anni, funzionario della direzione ecologia e ambiente del Comune di Catania. Entrambi sono accusati di turbata libertà degli incanti e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio.

Agli arresti domiciliari è Antonio Natoli 46 anni, dipendente della Ipi srl. Deodati è comproprietario della Ipi srl che in raggruppamento temporaneo di imprese con Oikos è stata dal 9 febbraio 2011 al 15 maggio 2017 affidataria del servizio di igiene pubblica del Comune di Catania.

Fino al 2 marzo 2017, Deodati è stato anche socio della Ecocar srl affidataria, in consorzio con Senesi spa, della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti a Catania.
Fazio è invece responsabile dei servizi esternalizzati di ecologia e ambiente del Comune e responsabile dell’esecuzione del contratto di raccolta e smaltimento dei rifiuti.

Il gip ha deciso anche l’interdizione per 12 mesi dall’esercizio di uffici direttivi per Francesco Deodati, 51 anni, e Massimo Rossi, 54 anni. Deodati è accusato di turbata libertà degli incanti e Rossi (sospeso anche per un anno dai pubblici uffici) di corruzione.

Sospensione per un anno dai pubblici uffici infine per Leonardo Musumeci, 34 anni, direttore di Ecologia e ambiente del Comune di Catania.

La gara dell’appalto per la raccolta dei rifiuti, bandita dal Comune etneo, e finita al centro dell’indagine ‘Garbage Affair’, era andata deserta per tre volte. Questo aveva ‘costretto’ l’Amministrazione a prorogare il servizio, per un costo di circa 100 mila euro al giorno.

Funzionari e dirigenti del settore Ecologia e della Ragioneria generale del Comune di Catania, quindi, avrebbero garantito pagamenti veloci e omesso i controlli, ai due imprenditori romani vicini alla Ecocar, che per conto dell’Amministrazione ha gestito in regime di prorogatio la raccolta dei rifiuti.

I reati ipotizzati a vario titolo sono corruzione e peculato.

 

 

 

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