In Italia crescono le donne imprenditrici e in 7 casi su 10 scelgono il mercato del Terziario: Patrizia Di Dio, presidente nazionale dell’organizzazione delle imprenditrici associate a Confcommercio Terziario Donna e presidente di Confcommercio Palermo, lo ha sottolineato intervenendo a Milano al convegno su “Le donne protagoniste dell’economia del nuovo umanesimo” al quale hanno partecipato, tra gli altri anche il presidente nazionale di Confcommercio Imprese per l’Italia Carlo Sangalli, Maria Antonia Rossini Pigozzi, presidente Terziario Donna Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, Cristina Tajani assessore Politiche del lavoro, Attività produttive, Commercio e Risorse umane del Comune di Milano, Mauro Parolini, assessore Sviluppo Economico di Regione Lombardia, don Walter Magnoni, Responsabile Servizio per la Pastorale sociale e del lavoro della Chiesa di Milano.
Nell’era della globalizzazione e dell’e-commerce, ha detto Di Dio, “le donne esprimono una cultura d’impresa che sa guardare lontano e che può fare da guida per comportamenti virtuosi sempre più attenti all’individuo e alla comunità. Per noi non si tratta solo di “vendere merce”, ma tendiamo a creare una relazione ed emozioni con il cliente prendendoci cura di lui, anche offrendo tempo”.
“Già cinque anni fa – ha ricordato ancora Patrizia Di Dio – noi del Terziario Donna abbiamo promosso un’attività di formazione che puntava proprio sull’implementazione delle capacità relazionali di ciascuna delle imprenditrici coinvolte. Per il 2017 abbiamo pianificato attività di formazione sul marketing emozionale che tende a implementare le capacità relazionali dell’imprenditrice, le sue capacità di entrare in contatto con il cliente e di sprigionare energie positive”.
“Le donne, quindi anche grazie alle proprie imprese, intervengono nei fatti della realtà che le circonda – ha aggiunto Di Dio – esprimendo una cultura d’impresa che sa guardare lontano e che può fare da guida per comportamenti virtuosi sempre più attenti all’individuo e alla comunità, permeata delle specificità femminili di cura, visione dell’altro, “ricerca di senso”, coraggio, istinto ecologico, cultura, relazioni, solidarietà. Ecco allora che le donne imprenditrici appaiono oggi più che mai promotrici e protagoniste del nuovo Umanesimo nel mondo del Terziario”.
Si è parlato di innovazione di processo e di prodotto. Ma in questi ultimi tempi c’è un tema che è tornato di attualità: la funzione umana recuperata non per quello per cui è stata sostituita dalle macchine, ma per l’aspetto relazionale, per il senso di comunità. Un’evoluzione nella quale trovano il giusto spazio anche le parole del Pontefice che offrono una serie di spunti per cui il lavoro non rappresenta soltanto la vocazione naturale delle singole persone, ma consiste anche nella opportunità di “entrare in relazione con gli altri”. E ciò è interessante da analizzare, non solo perché cambia o addirittura ribalta la concezione del lavoro e dell’impresa così come tradizionalmente intesa, ma anche perché nell’era della digitalizzazione e della globalizzazione, in cui ci si interroga se il commercio “fisico” e tradizionale avrà un futuro, sembra darci una risposta assolutamente positiva in tal senso.
Dentro questa trasformazione della società e dei modelli economici le donne rappresentano una risorsa fondamentale per la crescita e lo sviluppo economico del nostro Paese. L’imprenditoria femminile aiuta a ridefinire i modelli di gestione del business e sembra possa dare certezza che il futuro delle nostre imprese passi anche da una rinnovata cultura di impresa che, oltre a voler utilizzare gli strumenti digitali ormai a disposizione per allargare le potenzialità anche di una piccola impresa, metta al centro la relazione, l’individuo, la comunità, la qualità dei rapporti oltre che del prodotto e del servizio.