Orlando Russo si conferma sindaco di Castelmola (Me) nella contesa elettorale più anomala dell’intera tornata di voto siciliana. E’ un verdetto di fatto già scritto all’atto della presentazione delle liste quello che infatti ha incoronato di nuovo il primo cittadino uscente. Russo non aveva liste rivali in queste elezioni. Senza avversari in competizione l’unico ostacolo da superare era quello del quorum degli aventi diritto al voto da portare alle urne. Alle 19.35 è arrivato il momento decisivo quando è stato raggiunto e superato il 50,01 degli aventi diritto (1017) cioè 509 elettori. Poi soltanto l’attesa per la chiusura dei seggi. Alle ore 23 sono andati a votare 706 persone, e intorno alla mezzanotte e mezza è stato centrato il secondo quorum necessario, quello cioè dei voti validi. Russo ha ottenuto 610 preferenze su 706 votanti. E la lista “Castelmola Città Futura” porterà in Consiglio tutti i propri candidati.
“Ringrazio i miei concittadini per essere andati cosi numerosi a votare – ha detto Russo -. Non era un semplice voto per la mia rielezione. Era un “referendum” sul nostro operato di questi cinque anni e la gente ha dato una risposta importante, premiando con questo grande afflusso il nostro impegno. La gente mi ha voluto nuovamente sindaco con un plebiscito che va oltre le mie stesse attese. E’ una risposta anche alle meschinità di chi non ha nemmeno fatto una lista in contrapposizione alla mia eppure ha tentato in ogni modo di non far raggiungere il quorum dei votanti e dei voti utili”.
Russo, che era stato eletto già nel 2012, sarà alla guida del borgo turistico adesso sino al 2022. Non manca comunque una bordata lanciata ai suoi avversari: “E’ incredibile quello che abbiamo visto in queste settimane. Non sono stati capaci di presentare nemmeno una lista per contrapporsi alla mia candidatura e nemmeno per fare eleggere dei loro consiglieri comunali, eppure hanno polemizzato perché volevano degli spazi per i comizi come se fossero dentro questa campagna elettorale. C’è chi telefonava per dire alla gente di non andare a votare perché tanto non c’era nemmeno bisogno di recarsi ai seggi”.