Continua il braccio di ferro tra i vertici aziendali di WindTre e i 900 dipendenti della compagnia telefonica attraverso le proprie rappresentane sindacali in tutta Italia. Dopo le varie operazioni di visibilità dei 300 operatori telefonici palermitani che grazie alle elezioni amministrative in città hanno partecipato a diversi comizi, hanno dichiarato per oggi uno sciopero per la “salvaguardia del perimetro occupazionale e delle attività di customer care” che stamattina li ha visti sfilare dai Quattro Canti di città fino alla presidenza della Regione a piazza Indipendenza.
Lo sciopero dei lavoratori di WINDTRE SpA è stato proclamato per oggi per l’intero turno di lavoro (otto ore o riproporzionato secondo contratto individuale), e a partire dal giorno 15 giugno fino al 25 giugno 2017 compreso l’astensione della reperibilità, del lavoro programmato notturno e delle prestazioni aggiuntive.
In tutta risposta, la Wind Tre Spa, fa pervenire a tutti i dipendenti di Genova, Palermo, Roma e Cagliari, una comunicazione in cui li informa dell’intenzione di cedere a Comdata Spa l’organizzazione di Wind Tre, operante nei 4 siti, preposta alle attività di assistenza amministrativo-commerciale e di assistenza tecnica di primo livello. Nella stessa lettera comunica già l’avvio delle procedure di trasferimento a Comdata del ramo d’azienda denominato “call center 133”. Nelle motivazioni del trasferimento si legge “l’esigenza di ridefinire l’assetto organizzativo della società con riferimento alle attività di call center allo scopo di uniformare e ottimizzare la gestione delle stesse in una logica di integrazione ed armonizzazione tra le due società che oggi si sono fuse”.
Lo svolgimento del servizio collegato al ramo d’azienda ceduto, viene affidato a Comdata sulla base di un contratto d’appalto settennale sia per le attività di front-line che per quelle di back-office. Sono comprensibili e ragionevoli le perplessità dei dipendenti sulla durata della commessa WindTre a ComData: nulla esclude che possa procedere ai licenziamenti prima dei 7 anni. I sindacato non ci stanno e dalle Segreterie Nazionali di SLC CGIL – FISTEL CISL – UILCOM UIL rispondono all’azienda: “Ribadiamo la nostra contrarietà al progetto aziendale di esternalizzazione del customer care.
La contraddizione insita in questa operazione è evidente a tutti: da una parte l’azienda ha dichiarato la rilevanza strategica del servizio clienti all’interno del suo Piano Industriale, dall’altra ha pensato bene di esternalizzarlo attraverso la cessione del ramo di azienda ad un’azienda outsoucer2.
“I rischi di un’operazione di questo genere sono evidenti – aggiungono i sindacati – e ricordano operazioni del recente passato nel settore. È del tutto chiaro, allo stato attuale, la volontà aziendale di procedere speditamente in questa direzione dimostrata con la comunicazione dell’apertura delle procedure per la cessione di ramo. È necessario rispondere con fermezza al disegno aziendale”. Oggi pomeriggio alle 17 all’oratorio di Santa Chiara è stato indetto un incontro per “creare una coscienza sociale” dove si proverà ad affrontare diversi temi dal precariato alla disoccupazione.