La Prefettura prepara l’invio di 38 migranti a Taormina ed è subito caos nella capitale del turismo siciliano dove gli operatori economici, ed anche i residenti, sono già in fermento e provano ad opporsi al provvedimento previsto nell’ambito del piano di riparto elaborato dal Dipartimento libertà civili e sottoscritto dall’Anci. In città si teme in particolare un ritorno negativo per il turismo e l’immagine della città. E nel mirino delle critiche è finito il sindaco Eligio Giardina, al quale viene chiesto di opporsi alla prospettiva del trasferimento dei migranti a Taormina.
“Sono stato chiamato tre giorni fa dal Prefetto, insieme ai rappresentanti dell’Anci ed è stato stabilito che ogni Comune dovrà portare a casa, ospitare o insomma accogliere, un numero di migranti che viene determinato in base al numero di residenti e quindi alla popolazione complessiva – spiega il sindaco Giardina –. Taormina è destinataria, in tal senso, di 38 migranti. Ho ascoltato in religioso silenzio quanto è stato comunicato e si tratta di una scelta imposta nell’ambito del piano di riparto elaborato dal Dipartimento libertà civili e sottoscritto dall’Anci.
I migranti arriverebbero in qualsiasi caso in tutti i vari Comuni e anche qui, sia che da da parte nostra venga detto sì, sia per imposizione anche nel caso volessimo opporci. Quello che mi si contesta non corrisponde al vero e mi indigna. Non si può addossare sul sindaco una responsabilità e una colpa che non è mia. È un gioco al massacro a cui io non ci sto“.
“La vicenda dei migranti che si intende far arrivare a Taormina – affermano intanto il presidente dell’Associazione Albergatori di Taormina, Italo Mennella e il presidente dell’Associazione Imprenditori per Taormina, Franco Parisi -, lascia attoniti anche perché ancora una volta queste cose le apprendiamo a mezzo stampa e non da canali istituzionali. Con tutto il rispetto, che è certamente dovuto a questa gente e volendo ribadire che qui non esiste alcuna forma di razzismo, a nostro avviso non è opportuno prospettare questo arrivo di migranti nella nostra città, nella capitale del turismo siciliano. Il turismo viene fatto per rilassarsi e per evadere dalle problematiche cittadine: quanto si potrebbe determinare invece rischia di stravolgere quel clima di serenità che rappresenta un aspetto essenziale della vacanza a Taormina.
Una situazione del genere non consentirebbe al turista di fare vacanza in quelle condizioni ideali e ottimali di cui invece può godere al momento. Gli effetti certamente non sarebbero positivi. Per altro, ai 30 migranti a Taormina si aggiungerebbero quelli di altri Comuni del comprensorio e poi, con un semplice spostamento in autobus ad esempio, si troverebbero tutti qui a Taormina. Siamo, quindi, di fronte ad una questione di inopportunità ambientale. Dopo l’enorme ritorno mediatico che potrà portare il G7 e dopo i sacrifici e gli sforzi fatti per veicolare l’immagine di Taormina nel mondo in modo positivo, si rischia di rovinare tutto“.
“Ci si può confrontare e si può cercare una soluzione – aggiunge Giardina –, ma lo scontro su questa vicenda non può portare da nessuna parte. La mia idea è che si potrebbe chiedere al Governo una deroga trattandosi di Taormina e cioè di una località turistica internazionale. E’ questa la strada da percorrere per provare a capire se ci sono dei margini in una vicenda che comunque riguarda tutti i Comuni”.