Dopo due giorni di trattativa è stato raggiunto a Roma l’accordo tra l’azienda e i sindacati sull’esternalizzazione dei dipendenti del call center WindTre, che lavorano nelle quattro sedi di Cagliari, Genova, Roma e Palermo. Si tratta del futuro di 900 persone, di cui 300 nel capoluogo siciliano. Le condizioni concordate, secondo i sindacati, attutiscono i rischi derivanti dalla cessione del ramo d’azienda, prevedendo diverse garanzie per i lavoratori.
Vediamole nel dettaglio, a partire dalla stabilità dei livelli occupazionali e dalla durata del rapporto di lavoro. Comdata, infatti, la società che sta rilevando il call center, ha ribadito il proprio impegno a mantenere tutti i lavoratori per almeno 7 anni, 5 in più di quanto prevede la legge in questi casi. Inoltre, se al termine di questo periodo dovesse perdere la gara per il rinnovo del servizio, i lavoratori potranno “seguire il lavoro”, ovvero resteranno legati alla commessa e dovranno essere assunti dalla società subentrante.
Altro punto fondamentale è la territorialità. Chi lavora a Palermo potrà continuare a lavorare in città. Nessuno sarà obbligato a spostarsi. Lo stesso vale per i lavoratori delle altre sedi.
Novità positive per quanto riguarda gli orari. Visto l’esodo incentivato dall’azienda di circa 250 lavoratori, che hanno scelto di andare via in cambio di un indennizzo economico, il numero dei dipendenti è in calo, ma non la mole di lavoro. Quelli rimasti potranno, quindi, chiedere all’azienda un aumento del monte ore giornaliero da 4 a 5 e da 5 a 6. I turni continueranno a svolgersi dal lunedì al sabato, con l’esclusione dei festivi.
Infine, viene conservato il fondo di sanità integrativo, istituito dal 2001 e finanziato dai lavoratori e dall’azienda, per aiutare coloro che sono in difficoltà a sostenere le spese mediche. Sempre in tema di welfare l’accordo prevede tre giorni di permesso retribuito in caso di malattia del figlio minorenne e l’astensione dal lavoro il sabato per la mamma che ha un figlio di età inferiore a 3 anni.
“Ci sembra il meglio che si poteva riuscire ad ottenere”, dichiarano Maurizio Rosso e Renato Di Fede, rispettivamente segretario generale e segretario provinciale della Slc Cgil di Palermo. “La cosa importante – continuano – è non subire la precarizzazione del lavoro. Questo accordo va nella direzione della stabilità occupazionale e dell’investimento. È chiaro che ci confrontiamo con un mercato molto difficile e tutto questo sarà al vaglio dei lavoratori. La cosa che chiediamo è che da questo momento si comincino gli investimenti in formazione ed innovazione per consolidare ancora di più il lavoro”.
L’assistenza, infatti, non sarà più erogata soltanto via telefono, ma anche e soprattutto attraverso il web e le chat.