In Sicilia ai 5stelle potrebbe riuscire quel processo di destrutturazione del consenso tradizionale che non è riuscito sino a questo momento nelle altre regioni.
Non solo in termini di risultato elettorale, già in crescita da tempo, quanto come vera e propria transizione da movimento di idee e di ‘altra politica’ a contenitore di opportunità, confronto e rappresentanza dei legittimi interessi intorno a cui ruota il motore ingolfato dell’economia siciliana.
Cancelleri parte ai blocchi di partenza da una semplicità di fondo che rassicura, ma sta lavorando duramente per accreditarsi nei confronti del mondo produttivo, delle imprese e delle associazioni, senza lasciare nulla al caso. Oltre il pregiudizio che può incontrare, ma senza vistosi passi indietro.
Batte i territori e incrocia i problemi e le criticità dei tessuti sociali, e quasi sempre trova un mondo attento e interessato. Al tempo stesso sa benissimo che questo non comporta un’automaticità di trasferimento di voto e di consenso elettorale, ma proprio la natura trasversale e post ideologica del suo Movimento, gli dà una grande mano nel tessere rapporti e stringere alleanze anche insperate con pezzi della società civile che vorrebbero vedere la Sicilia in ripresa.
C’è inoltre un mondo nuovo che comincia a dialogare con l’universo ’grillino’ senza riserve e con curiosa aspettativa. È quello della burocrazia regionale, a partire dai vertici dei dipartimenti più importanti e strategici nella spesa e nella programmazione. Rinfrancati dall’atteggiamento del candidato per Palazzo d’Orleans che naviga a vele spiegate tra aperture di credito, capacità di ascolto ed esigenza di sintesi, domani in un eventuale nuovo corso di legislatura, sarebbero meno ostruzionistici di quanto si sarebbe potuto immaginare solo un anno fa.
Oltre a questo, c’è chi si spinge a ipotizzare un vero e proprio fronte comune, un endorsement sempre più esplicito che nelle prossime settimane potrebbe diventare realisticamente visibile e chiaro a tutti.
Resterebbe però al tempo stesso deluso chi punta all’ennesimo gattopardismo di conservazione. I 5stelle infatti continuano a fare molta attenzione alla soglia di ingresso, specie in questa fase.
Il movimento, assicurano, non si fa e non si farà infiltrare, al di là di una minima contaminazione fisiologica e legata al confronto. In fondo la scommessa di Cancelleri rimane la stessa: affermare i migliori risultati possibili senza effetti speciali e bluff poco plausibili, che l’elettorato siciliano ha imparato a riconoscere a vista.
La squadra di governo che verrà presentata dal parlamentare nisseno potrebbe presentare fino a sei assessori al momento del voto. Una scelta questa ancora non ufficiale e su cui si discute, ma che nascerebbe dall’esigenza di una lettura del voto successiva.
Il cammino verso il risultato del 5 novembre è lungo e articolato. Lo sa Cancelleri e lo sanno i ’pentastellati’. Ma l’atteggiamento poco autoreferenziale di chi rimane con i piedi per terra sta già piacendo a chi vedeva prima solo un movimento ‘di pancia’ e poco propositivo.
La Sicilia che sceglie per cambiamenti di passo è già in movimento.