Ancora una puntata nella storia infinita tra la Regione e la Corte dei conti. Il procuratore generale della Corte dei conti, Pino Zingale, impugnerà il giudizio di parifica del bilancio regionale, deciso lo scorso 19 luglio dai giudici contabili.
Lo ha comunicato lui stesso al presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone. La Procura della Corte dei conti già il 30 giugno aveva chiesto ai giudici contabili di non approvare il rendiconto generale per il 2016 per alcune irregolarità. In quell’occasione, la Corte aveva deciso di sospendere il giudizio in attesa di controdeduzioni da parte della Regione Siciliana, concedendo 10 giorni di tempo per chiarire alcuni elementi del bilancio e fissando l’udienza per il 19 luglio.
Proprio mercoledì scorso, la sezione riunite di controllo della Corte dei Conti ha invece parificato, cioè ha giudicato conforme il rendiconto della Regione Sicilia per il 2016, rilevando come unica anomalia il fondo per la partecipate. Dall’assessorato all’Economia bocche cucite e nessun commento.
Se l’Ars approverà il rendiconto in tempi bevi, cesserà la materia del contendere e il motivo del ricorrere. Una vicenda di questo tipo in Sicilia non era mai successa.
Dopo l’impugnativa del procuratore generale, il caso passerà all’esame delle sezioni unite della Corte dei Conti a Roma. Ma l’Ars ha la possibilità di interrompere il procedimento in sede giurisdizionale se entro il 10 agosto, cioè prima della pausa estiva dei lavori parlamentari, approverà il rendiconto con le “correzioni” chieste dal pg. In tal caso cesserebbe la materia del contendere.
I dubbi della Procura generale riguardano la cosiddetta “sterilizzazione delle anticipazioni di cassa”. Si tratta di misure finanziarie che il governo ha messo in atto per “coprire” circa due miliardi e mezzo anticipati dallo Stato sotto forma di prestiti.
La stessa Corte dei Conti, pur giudicando “regolare” il rendiconto, ha sottolineato alcuni profili critici nella parte della norma regionale che in materia di bilancio si collega con le norme nazionali.