Mani libere per tutti.
Le strade di Marianna Caronia e Fabrizio Ferrandelli, insieme contro Orlando in occasione delle recenti elezioni amminsitrative, si separano.
In una lunga nota, l’ex deputato regionale che già in occasione della prima seduta al consiglio comunale che ha eletto Orlando e Tantillo, presidente e vice presidente, non aveva fatto mistero della sua contrarietà, sedendo ai banchi accanto a Sabrina Figuccia, altra dissidente, chiarisce il suo pensiero:
«Devo sinceramente congratularmi con il nostro sindaco, autorevole leader della maggioranza, per aver, in occasione dell’insediamento del nuovo Consiglio comunale, superato sé stesso. Avere infatti preventivamente ‘convinto’, non saprei dire con quale livello di difficoltà, Fabrizio Ferrandelli suo perdente competitor nella recente campagna elettorale, a votare i consiglieri a lui più graditi, alla presidenza di spettanza della maggioranza, ma anche alla vicepresidenza spettante all’opposizione, cosi come puntualmente poi avvenuto, non è certo cosa di poco conto o accadimento facilmente ripetibile. Con motivazione che sfiorano il ridicolo e che offendono la mia intelligenza e quella dei cittadini, Ferrandelli ha maldestramente e ‘coraggiosamente’ cercato di contrabbandare il suo evidente inciucio ‘pro domo sua’ assecondando i desideri del sindaco, come un dovuto atto di responsabilità, affermando: “abbiamo fatto un lavoro di sintesi e tenuto conto di un criterio legittimo”. Una posizione che riteniamo di grande responsabilità: ‘Ma mi faccia il piacere!’ avrebbe esclamato il grande Totò di fronte a una simile sciocchezza».
Marianna Caronia, prosegue così: «In questo clima sovversivo che ha rinnegato il significato dei numeri e il loro imprescindibile valore democratico, non mi stupisce affatto che il capogruppo della lista ‘Per Palermo…’ da me ‘confezionata’ con un impegnativo lavoro da equilibrista, sia il collega Anello, che ha avuto l’appoggio del confuso collega Ficarra, e poco importa se la sommatoria delle preferenze di entrambi equivale a circa la metà delle mie. S’impone a questo punto una riflessione. Cosa vogliono fare i consiglieri comunali di opposizione per la città di Palermo? Intendono insistere nella finzione che tutto si sia svolto nel pieno rispetto delle regole e della democrazia e vogliono continuare nell’individualismo, oppure cercare di unire gli sforzi e dare alla quinta città d’Italia una organizzata e opportunamente guidata opposizione capace con concretezza di stimolare la maggioranza a realizzare le migliori soluzioni per risollevare questa martoriata città?».