Pioggia di critiche sull’assessore al Bilancio Vincenzo Cuzzola e sulla sua nota in cui ha spiegato la situazione finanziaria del Comune di Messina, richiamando anche qualche tentativo di mandare al dissesto l’ente locale.
“E’ un polverone necessario solo a nascondere una situazione sotto gli occhi di tutti“, replica il Laboratorio Democratico Messina, che non le manda a dire e contesta aspramente le affermazioni dell’assessore.
“Leggiamo stupefatti la nota, stupefatti perché non si può dire alla fine del mese di agosto che il bilancio di previsione del 2017 era stato predisposto lo scorso dicembre e poi non chiarire perché tale atto non è stato portato all’attenzione del Consiglio Comunale. Inoltre ci chiediamo non sarebbe buona norma, dopo ben otto mesi di gestione provvisoria, esitare prima il consuntivo 2016? A novembre potrebbero non esserci i margini per un serio assestamento se si dovesse partire da un deficit 2016“.
Ulteriori chiarimenti in merito alle responsabilità sulla perdurante situazione di criticità finanziaria vengono chiesti da LabDem, che invita Cuzzola a fare “Nomi e cognomi che facciano capire se ci sono colpevoli e chi sono”.
Si è ancora in attesa di risultati, continuano a puntar il dito: “Anche la scadenza del 31 luglio scorso prevista dal TUEL (Testo Unico degli Enti Locali) è stata superata senza nessun atto di riequilibrio. Dopo 8 mesi di attività si è ancora in attesa dei risultati del gruppo di lavoro che avrebbe dovuto transigere i debiti fuori bilancio e le passività pregresse così come si è ancora in attesa dell’approvazione dei bilanci delle partecipate“.
Poi la bordata finale: “Se a giugno 2016 non è stato rimodulato il piano di riequilibrio – conclude LabDem – l’assessore dovrebbe indagare sul perché ciò non è avvenuto, forse nella Giunta non si era disposti a sobbarcarsi di ulteriori sacrifici? Forse il Piano di Riequilibrio è insostenibile?? Se è così lo si spieghi alla Città o passi anche lui il testimone! Ma per favore non si tenti di alzare polveroni inutili su una situazione che è sotto gli occhi di tutti, ossia la difesa ad oltranza dell’indifendibile“.