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Il “turismo lento”: quando ricettività e accoglienza diventano un tutt’uno

sabato 2 Settembre 2017
Cleo Li Calzi

La Sicilia si sta sempre più caratterizzando come meta ideale per il turismo esperienziale, quello in cui alla fine del viaggio contano le emozioni vissute e l’autenticità delle relazioni e non solo le stelle che classificano le strutture. Un’esperienza di viaggio in cui l’ambiente diventa la cornice naturale a quei giorni di vacatio dai ritmi quotidiani dove la parola d’ordine è sempre più “rallentare il ritmo”, dare valore alla luce, ai colori e ai sapori; dove si riscopre il gusto di parlare, di sentire e farsi contaminare dalle comunità del luogo, facendosi coinvolgere dalle tradizioni e dalle tipicità dei luoghi, ognuno dei quali nasconde persone con esperienza sociali e culturali diverse.

Investire nel Turismo lento con opportune strategie, anche di marketing territoriale e mettendo in rete gli operatori, permette di far risaltare quei beni paesaggistici e storici meno noti e soprattutto di valorizzare le tradizioni ed i prodotti tipici di quei siti, di cui la Sicilia è ricca, che risultano impropriamente  “minori” rispetto ai più grandi attrattori turistici, ma che lo sono solo perché fuori dai tradizionali circuiti turistici o perché difficilmente raggiungibili.

Il Turismo lento – come mi ripetono sovente molti operatori del settore – è soprattutto una filosofia di vita perché insegna a guardarsi dentro e che richiede amore per il proprio territorio e rispetto ed attenzione per ciascuno dei viaggiatori e per l’ambiente che diventa il primo “socio in affari”.

A domandare turismo lento sono sempre più quei popoli che vivono in contesti ad alta componente competitiva ma che proprio per questo ricercano una vacanza non scandita da un calendario di impegni ed una lista di cose da fare ma desiderano Ben-Essere e ritornare a casa sapendo di avere vissuto un’esperienza unica che li ha rigenerati interiormente.

In questo la Sicilia è un mercato sempre più ricercato e apprezzato dal turismo internazionale: Borghi storici, parchi, riserve naturalistiche, cammini turistico-naturalistici e religiosi, incredibili scenari in cui si consumano prodotti a chilometro zero, si apprezza la manifattura artigianale e si vive a pieno il territorio in tutte le sue tipicità. E in cui la ricettività diventa un tutt’uno con il concerto di accoglienza.

È sempre più crescente la componente di turismo lento, un turismo pieno di contaminazioni emozionali volano eccezionale di sviluppo per i nostri territori, ma anche una straordinaria occasione di lavoro per i giovani che scelgono di restare ad investire nella loro terra, magari utilizzando gli incentivi previsti dal DL Mezzogiorno “Resto al Sud” o le possibilità offerte dalla legge sulle ferrovie turistiche o ancora i fondi europei destinati proprio all’incentivazione delle attività nelle aree interne e nei sistemi naturalistici e rurali. Per ultimo l’avviso pubblico appena pubblicato dal dipartimento regionale ambiente che finanzia iniziative mirate alla tutela, valorizzazione e fruizione sostenibile delle aree di rilevanza strategica della Rete ecologica siciliana coerentemente con quanto riportato nella Strategia nazionale per la biodiversità sul turismo al fine di costruire un’offerta turistica omogenea, integrata e di qualità dei beni culturali e del patrimonio naturalistico ed ambientale.

Il turismo lento ha un’importanza anche sociale perché sviluppa un nuovo senso di comunità e di integrazione sociale e culturale. Investire nel turismo lento vuole dire infatti investire nelle Relazioni e nella crescita sociale e culturale di una comunità.

Turismo lento significa infatti contaminazione, perché stimola le interazioni con la comunità ospitante e sviluppa le relazioni tra persone che sono portatori di diverse esperienze, credenze, saperi, culture e usa la capacità del sistema di offerta al fine di creare fertili opportunità di scambio tra loro.

Significa autenticità, perché esalta le specificità dei luoghi e valorizza la capacità di offrire prodotti e servizi non standardizzati in grado di esaltare le differenze, rimarcando all’ospite l’unicità del luogo con le sue peculiarità ed eccellenze.

Il turismo lento implica sostenibilità, ovvero una minimizzazione dell’impatto sull’ambiente, ecologicamente leggero nel lungo periodo, economicamente conveniente, eticamente e socialmente equo nei riguardi delle comunità locali.

Significa ancora emozione, perché il viaggiatore viene coinvolto in un’esperienza multisensoriale. La capacità di generare momenti memorabili, che fanno ripartire l’ospite diverso da come è arrivato, segnato da un’esperienza realmente coinvolgente e gratificante. Ispirando la voglia di tornare e il passaparola, che è nel mondo globale è diventato uno dei principali strumenti di marketing turistico. La costruzione, promozione e offerta di servizi e prodotti di turismo lento, dai ritmi non frenetici, non massificati, in grado di far partecipare l’ospite a un’esperienza completa, profonda e coinvolgente, che gli consenta di assimilare gradualmente i legami con la realtà locale.

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