L’atteggiamento pilatesco di Renzi del fine settimana appena trascorso potrebbe dover lasciare il posto a un “complesso martedi delle scelte”.
«Mi hanno chiesto un candidato civico una coalizione larga, ho preso il modello Palermo. Poi, come andrà, nessuno oggi può saperlo» aveva detto in un’intervista a un quotidiano nazionale l’ex premier e segretario Dem.
Ma il big bang dell’ultima parola infatti contiene nella data di domani un insieme di prescrizioni che sono state già, più meno in tempi e modi diversi, agitate da Micari che ha dichiarato di attendere fino a questa giornata, ma anche in fondo dallo stesso partito regionale dei Democrat nei confronti di un tempo di attesa che fosse utile a convincere il governatore siciliano a ritirarsi.
Il fatto è che con in passare delle ore la posizione del rettore di Palermo non si è irrobustita e i silenzi su Crocetta spesso nascondono un imbarazzo sul da farsi, nei tempi e nei modi più rapidi possibili, più che una mancata condivisione sulle ragioni dell’ex sindaco di Gela.
Cracolici nei giorni scorsi aveva fatto trasparire l’ipotesi di una diversa ripartenza, del tipo azzeriamo tutto e ripartiamo, ma i tempi per cambiare cavallo in corsa nel centrosinistra appaiono molto risicati.
Il rettore palermitano ha provato in queste ore, con risultati ed esiti discutibili, ad accelerare sul percorso da portare avanti, fornendo al quadro generale pochi spunti di avanzamento sul suo nome.
Tra oggi e domani i viaggi romani nella rotta delle decisioni tra Roma e Palermo, potrebbero infittirsi nel Pd.
Ieri il vicepresidente dell’Ars Lupo invece ha ritenuto di dovere dare un contributo più esplicito alla candidatura di Micari: «Ho già espresso apprezzamento per l’accordo tra progressisti e moderati attorno alla prestigiosa candidatura del Rettore dell’Università di Palermo Fabrizio Micari nel corso della segreteria regionale del PD di lunedì scorso. Condivisione peraltro unanime tra tutti i partecipanti. Per vincere è importante l’unità del PD e della coalizione».
Anche da Enzo Bianco arrivano timide parole di approvazioni su Micari. Il sindaco di Catania si era detto scettico sulle scelte ‘palermocentriche‘ della coalizione.
La direzione del Pd, che potrebbe essere convocata anche domani o comunque in tempi rapidi, dovrà sciogliere il nodo in questione.
Per gli alfaniani, altro pezzo importante della coalizione, rimane da capire quanto inciderà l’eventuale ipotesi per cui si possano perdere alcuni pezzi importanti per strada. Cascio è tra gli scontenti più espliciti e ha ripreso un rapporto che pareva compromesso e pregiudicato per sempre con Miccichè.
A fare da ostacolo però al travaso da Ap al centrodestra concorrerebbero due fattori: lo scenario già definito in dettaglio dello schieramento affollatissimo di Musumeci e l’esigenza di unità rivendicata da Alfano con tutti gli argomenti possibili anche agli altri scettici, (Vinciullo e Germanà, in particolare)
Castiglione, infine, non ha fatto mistero nelle ultime settimane di non vedere di buon occhio la candidatura di Nello Musumeci, blindando per la parte del suo gruppo, i pezzi più importanti.
Alla fine rimane in campo il grosso problema della candidatura di Crocetta. Il presidente non si sfila né intende concedere vantaggi. L’azzeramento della giunta non è oggi all’ordine del giorno, ma va da sé che se i Dem faranno altre scelte, sarà lo stesso Raciti a determinarsi su posizioni che tolgano (si fa per dire) tutti dall’imbarazzo, ritirando possibilmente la delegazione.