La Sicilia che cerca “un supplemento di rigore per affrontare la realtà“, come diceva Sciascia, usato come spunto per citazione, rimane l’obiettivo da centrare ancora per Gaetano Armao.
Il docente universitario e avvocato palermitano, leader dei #sicilianindignati, incontrando i giornalisti stamani in conferenza stampa, dopo la sua esclusione dal listino (“io la chiamo la lista del presidente”, precisa) ha marcato differenze, precisato distinzioni, espresso un disappunto contenuto su Musumeci (“io avrei fatto altre scelte al suo posto” -ha detto). Armao ha infatti commentato : “In questo listino troviamo ‘saltafossi’ che hanno votato e sostenuto il governo di Rosario Crocetta per cinque anni e poi pochi giorni prima delle elezioni cambiano idea. Questi sono i comportamenti che allontanano le persone dalla politica”. ‘ L’assessore designato vice presidente e assessore all’economia prosegue : “Chi ha militato in liste di sinistra, o ha sostenuto questo governo – ha aggiunto – non può mettersi in prima linea, nella lista del candidato presidente”. Il riferimento è Mimmo Turano passato nelle scorse settimane dai centristi di Casini all’Udc di Cesa.
Non è un Armao “furioso”, ma sufficientemente indignato quello che distingue profili e livelli diversi di responsabilità per l’esito di questa vicenda: “La scelta di escludermi dal listino è di Musumeci, sua è la responsabilità politica, giuridica e istituzionale. Il resto, se siano stati i partiti o chissà cosa a incidere e non lo so, è alchimia”. Alla domanda se Gianfranco Miccichè avrebbe potuto evitare lo ‘strappo’ cedendogli il posto nel listino, Armao ha detto: “E perché? Miccichè ha un ruolo guida in Forza Italia non vedo perché non doveva stare nel listino”.
Non sa ancora se andrà in lista a Palermo: “parto con due mesi di ritardo, ho girato la Sicilia, ma in ogni caso non temo nessun flop”.