Continua il nostro giro per le “Vie dei Tesori“: questa settimana vi proponiamo una gallery fotografica che comprende il Castello dell’Uscibene (via Nave, 6), la Grotta dell’Acquasanta e Villa Lanterna Gravina (entrambe in via Simone Gulì, 43), e poi Palazzo di Rudinì (via Maqueda, 182) e la Chiesa di Sant’Antonio Abate (via Roma, 203/A).
CASTELLO DELL’USCIBENE:
Inserito per la prima volta nell’elenco dei siti aperti durante la manifestazione, il castello rappresenta uno dei primi luoghi di “sollazzo” della corte normanna a Palermo. Incerta la data di costruzione, secondo alcuni fu voluto da Ruggero II, secondo altri risalirebbe al periodo arabo; ceduto poco dopo il 1100 da Guglielmo II agli arcivescovi palermitani venne impiegato come dimora suburbana fino al XV secolo. Poi cadde nell’oblio: l’attuale stato di abbandono e degrado (di cui però ne ha preso carico la Soprintendenza) non impediscono di scorgervi, ancora, dettami architettonici e artistici di grande pregio.
GROTTA DELL’ACQUASANTA:
Anche questo sito è per la prima volta visitabile. Si trova all’interno degli antichi bagni termali (la facciata oggi ristrutturata mostra l’insegna originale voluta dai frati Pandolfo) e custodiva una fonte sorgiva naturale ritenuta miracolosa. Venne definita la “Lourdes della Sicilia” poiché oltre alla sorgente, la grotta custodiva un’effige della Madonna, rinvenuta nel 1022, e venerata anche al tempo dei Saraceni. All’inizio del ‘900 subì un grave saccheggio ma oggi, riportata alla luce, conserva fedelmente tutta la sacralità di un tempo.
VILLA LANTERNA GRAVINA:
Venne edificata intorno al 1774 dal barone Mariano Lanterna come casa di villeggiatura; la posizione, infatti, offre una vista stupenda sul golfo di Palermo. Già allora si riteneva che il luogo fosse anche favorevole alla guarigione di gravi malanni tanto per l’aria salubre quanto per la sorgente naturale che si trovò sul luogo da cui nacquero, nel 1871, i bagni minerali dei fratelli sacerdoti Pandolfo. All’interno si possono ancora ammirare stucchi originali del ‘700.
PALAZZO DI RUDINI’:
Se all’interno le sale necessitano di un forte restauro (si possono comunque ammirare parti dei tetti affrescati e specchi del ‘700) la vista dal piano sui Quattro Canti della città merita una visita al palazzo. Costruito nel 1760 agli inizi del secolo successivo fu la dimora degli Starabba, marchesi di Rudinì, tra questi anche di Antonio, sindaco della città di Palermo all’epoca della rivolta del “Sette e mezzo“ (1866).
CHIESA DI SANT’ANTONIO ABATE:
Da qualche anno questa chiesa, che domina da un lato il mercato della Vucciria e dall’altro la via Roma, è chiusa; solo in questi weekend, quindi, potrà essere visitata. All’interno, nella struttura a croce greca risalente al 1220, si possono ammirare tante opere artistiche realizzate da Serenario, Antonello Gagini, Bagnasco e dallo Zoppo di Gangi. All’ingresso, infine, si trova una immagine dell’Ecce Homo, statua da sempre venerata in città, e che identifica comunemente la chiesa.