La settimana politica che prende il via oggi porta con sé importanti scadenze con i gruppi parlamentari che si andranno a posizionare, organizzandosi al loro interno e preparandosi alla seduta inaugurale di venerdì 15 dicembre che darà il via alla XVII legislatura dell’Ars.
All’interno del parlamento siciliano andranno a sedere 70 deputati in luogo dei 90 di prima. Chi è riuscito a staccare il biglietto per Sala d’Ercole si trova di fronte a un’esperienza oggettivamente esaltante, ma dovrà fare i conti altresì con le aspettative enormi dei siciliani.
Lo sa bene anche Gianfranco Miccichè, presidente ‘in pectore’ dell’Ars e candidato del centrodestra siciliano, uscito vincitore con la candidatura di Nello Musumeci dalle urne il 5 novembre scorso, il quale si appresta a governare la Sicilia per i prossimi cinque anni.
Il plenipotenziario di Berlusconi ha curato personalmente le trattative informali per la sua elezione. Al primo turno è prevista la maggioranza dei due terzi dell’Aula ed è oggettivamente difficile che Miccichè possa riuscire nell’impresa, ma dalla seconda votazione potrebbero bastare anche 36 voti, obiettivo alla portata del leader forzista e a prova di ‘franchi tiratori’ (il voto è infatti segreto).
Le insidie degli ultimi giorni non dovrebbero risultare particolarmente preoccupanti, anche se la scaramanzia in questi casi, che non manca allo stesso Miccichè, la fa da padrona.
Insieme al presidente verranno eletti due vicepresidenti, tre deputati questori e quattro deputati segretari. Per il resto, la settimana dovrebbe essere caratterizzata da una serie di riunioni tra i partiti e i gruppi che si andranno a costituire all’Ars.
Per quanto riguarda il Pd, nei prossimi giorni il segretario regionale Raciti riunirà il gruppo per discutere dell’assetto del gruppo all’Ars e delle principali linee che riguarderanno i temi dell’opposizione alla maggioranza di centrodestra.
Difficilmente nel Pd potranno ottenere la vicepresidenza, la seconda dovrebbe essere riservata a Roberto Di Mauro degli autonomisti.
I 5stelle partono con 20 voti (a cui potrebbe aggiungersi anche quello di Claudio Fava) e le trattativa trasversali ‘ad personam’ con le forze di maggioranza proseguono incerte e sotto traccia.
Chi non fa mistero di avere ambizioni e mire specifiche è il catanese Luca Sammartino. Dopo l’importante affermazione elettorale vorrebbe un riconoscimento tangibile ed esplicito. Nel Pd tuttavia ci si continua a interrogare sull’opportunità o meno di eleggere il capogruppo a colpi di maggioranza anziché farlo passare da un accordo unitario, o comunque più condiviso. La corsa a due sarebbe in questo caso riservata a Giuseppe Lupo, che potrebbe provare il colpo di mano della conta, e a Baldo Gucciardi, sul cui nome finirebbero per convergere i numeri in caso di accordo del gruppo.
In Forza Italia già scelto il capogruppo (è Giuseppe Milazzo), con Riccardo Savona che potrebbe essere il prossimo presidente della Commissione Bilancio all’Ars. Proprio le commissioni di merito con le designazioni dei singoli partiti saranno uno dei primi passaggi operativi dell’Aula, chiamata a un grosso tour de force prima della fine dell’anno.
Adesso sarà corsa contro il tempo. Bisognerà infatti nell’ordine, procedere all’insediamento dell’Ars, eleggere il presidente, insediare i gruppi parlamentari che dovranno segnalare i componenti per le commissioni di merito. Tutto ciò coincide con l’ultimo scorcio dell’anno.
La nuova Ars comincia a correre, dunque, da subito. Bisogna recuperare il lungo tempo della transizione dal vecchio al nuovo governo, confidando in una reattiva ripartenza del parlamento dei 70 eletti.