GUARDA IL VIDEO IN ALTO
Filippo Maria Tripoli, primo cittadino ‘civico’ di Bagheria, ma vicino a Italia Viva, ha varcato la porta dell’Assemblea regionale siciliana, subentrando al nuovo sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, eletto a primo turno alle amministrative dello scorso 13 giugno.
“Affronto questa investitura con l’esperienza di chi amministra una bella città importante come quella di Bagheria – dichiara Tripoli – . Siamo a fine legislatura, però ci sono delle proposte di legge interessanti, come quella del randagismo che stiamo discutendo in aula. Tocca le comunità e i sindaci che sono responsabili nei territori”.
Sul nodo Musumeci bis alla Presidenza della Regione, “Non voglio valutare l’operato su una singola persona ma, sia il centrodestra che il centrosinistra di fatto non esistono più, stanno insieme soltanto perché lo impone la legge elettorale. Lo abbiamo visto anche a Palermo: a due mesi dalle elezioni, ancora non si sapeva quale potesse essere lo scenario del centrodestra. La politica è il luogo dei cambiamenti repentini ma, di una cosa sono certo: la gente, per essere amministrata, ha bisogno di equilibrio, di soluzioni. Vanno tenuti in considerazione i programmi e sulla base di questi si fanno le alleanze”, ha risposto il parlamentare regionale.
Il neo deputato di Sala d’Ercole avrà un mese di tempo per valutare e decidere se proseguire nella sua attività di sindaco nella ‘Città delle Ville’ o maturare una breve esperienza a Palazzo dei Normanni, considerato che a novembre si giocherà la partita delle elezioni regionali, dove il primo cittadino potrebbe pensare ad una sua candidatura.
“Sto valutando con attenzione, continuando ad amministrare Bagheria e capire cosa è meglio fare non solo per il Comune ma per tutto il territorio e la Provincia. Sarà una scelta che farò confrontandomi con chi mi sta accanto – spiega Tripoli- . Nella mia città ci siamo presentati con una coalizione civica e continuiamo con la stessa, fuori da Bagheria rimango responsabile degli enti locali per Italia Viva. La nostra proiezione è quella di creare una forza riformista, una forza delle idee, che abbia la capacità di dialogare non per partito preso, ma per trovare punti di incontro sui problemi importanti e seri che affrontano le comunità”.
Uno su tutti la questione dei rifiuti: “Ancora oggi, nel 2022, si parla di emergenza, fino a ieri c’erano paesi medio grandi che avevano tonnellate di rifiuti per strada, a causa di un sistema che è al collasso. Una comunità si ritrova ad applicare la legge sulla differenziata, rispettando la quota del 65%, ma quando si ferma un ingranaggio, come la discarica, di fatto i sindaci si ritrovano ad essere responsabili di una colpa che non in realtà non hanno”.