Il centro Spoke di Catania rischia di chiudere. Il prossimo 30 giugno, infatti, se non saranno reperiti i medici l’importante struttura potrebbe chiudere in via definitiva. Sull’argomento interviene la Uil-Fpl con una nota indirizzata all’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza.
A segnalare la gravità della situazione sono Livio Andronico, segretario generale Uil-Fpl Messina, Maurizio Celona e Nino Nunnari, segretari aziendali evidenziando come i vertici dell’IRCCS Neurolesi di Messina, abbiano informato le organizzazioni sindacali sul rischio chiusura del Centro Spoke dal 30 giugno 2022, dal momento che tutti i tentativi di reperire medici, a tutt’oggi sono falliti.
“Tutto ciò appare alquanto singolare- scrivono i sindacalisti- in quanto, a differenza dei Centri Spoke di Salemi e Palermo, che a breve transiteranno nelle rispettive ASP Territoriali, a tutt’oggi, il manager del Cannizzaro, non ha dimostrato intenzione di assorbire i pazienti fragili dello Spoke, tanto meno il personale altamente professionalizzato, che presta servizio in tale settore. Si rammenta che i Centri Spoke della Sicilia, nascono come progetti di ricerca con ricadute assistenziali, e grazie all’impegno e la tecnologia dell’IRCCS Neurolesi di Messina, hanno ridotto di parecchio la spesa sanitaria regionale“.
La Uil Fpl chiede l’applicazione delle regole a tutti gli operatori nel territorio siciliano e il superamento di ostacoli che potrebbero comportare la chiusura del presidio. Il sindacato chiede un urgente intervento al fine di rasserenare, numerose famiglie allarmate dalle ultime notizie, circa il destino di tale centro, ed anche numerosi lavoratori, il cui destino, oggi, dipende dalle azioni che intraprenderà l’ assessorato.