Continuano le interviste de ilSicilia.it a tutti i deputati dell’Ars. Oggi tocca a Danilo Lo Giudice – Sicilia Vera
“Sicuramente è stata un’esperienza formativa. Per un deputato regionale essere sindaco è sicuramente un valore aggiunto, perché porti direttamente le istanze del territorio, pensi di poter incidere. Ma se devo dare un giudizio su questi 5 anni è totalmente negativo. Il governo Musumeci non ha fatto nessuna delle riforme che aveva annunciato, dai rifiuti ai forestali, agli Asu, ai consorzi di bonifica. Per non dire poi dell’amarezza di noi sindaci in prima linea che ci siamo visti decurtare somme a favore di altri capitoli”. Danilo Lo Giudice, neo confermato sindaco di Santa Teresa di Riva, è al primo mandato all’Ars.
Subentrato come primo dei non eletti il 31 ottobre del 2018 a Cateno De Luca divenuto sindaco di Messina, Lo Giudice è rimasto a lungo la “pecora nera” della maggioranza, tant’è che dall’Udc (partito con il quale Sicilia Vera si era federata per le elezioni del 2017) è transitato al Gruppo misto e da allora è rimasto un battitore libero.
Se gli si chiede quali battaglie ricorda di più in questi anni commenta: “Ne ho fatte tante ed alcune le ho pure vinte facendo inserire l’emendamento o la norma a favore di un territorio o di una problematica. L’amarezza è poi vedere che non basta battersi e legiferare, perché poi tutto può essere vanificato dalla mancata applicazione, dalla mancata erogazione. Dai fatti insomma. Le faccio un esempio. Ogni Finanziaria è stato deprimente assistere ad un vero saccheggio da parte della deputazione per piccolissimi obiettivi personali. Mancava una strategia generale che è invece quella l’unica vera priorità. In 4 anni ho assistito a un vergognoso gioco delle parti con centro destra e centro sinistra che si accordavano con tatticismi per la divisione della torta. Altro che opposizione…..”
Lo Giudice, con 4.291 voti (più o meno gli stessi di De Luca che aveva calcolato fin nel dettaglio la strategia per comune di Messina ed Ars), è quindi subentrato all’allora sindaco un anno dopo le Regionali. Ne ha ereditato battaglie e priorità (tra tutte quella sul risanamento, ma anche Asu, risorse idriche) che ha portato avanti per tutto il mandato. Risulta primo firmatario di 19 ddl, 47 interrogazioni, 3 mozioni e 4 ordini del giorno. Cofirmatario di 10 ddl, 6 interrogazioni, 35 mozioni e 12 ordini del giorno. In più ha anche presentato la mozione di sfiducia a Musumeci che però non ha avuto nessuna firma oltre la sua ed è naufragata.
Adesso si ricandida ma rispetto al passato non è più solo. Sicilia Vera infatti presenterà liste in tutta l’isola (tre sono già pronte e a queste si aggiungeranno quelle cosiddette di testimonianza) e Cateno De Luca è il candidato alla Presidenza della Regione. Insomma, uno scenario completamente diverso rispetto a quello del 2017.
“In questi anni mi sono sentito solo soprattutto perché mi vedevano come quello che criticava. Ma di fronte ad un governo che ha fallito non posso stare zitto. Sono stato un cavaliere solitario come Cateno. Soprattutto non c’è stato alcun confronto. I fatti vanificavano le battaglie. Faccio un altro esempio, la sanità. La situazione degli ospedali della provincia è drammatica sia in termini di strutture che di risorse umane. L’ospedale di Taormina è stato progressivamente spogliato a favore di altri presidi, non si può agire seguendo simpatie o antipatie…..”
Lo Giudice punta quindi a rafforzare l’esperienza di questi anni e conta anche di farlo con Cateno “sindaco di Sicilia” ovvero presidente ed è convinto che sia questa la strada giusta per dare voce ai sindaci che sono in frontiera e per incidere davvero. E insieme a De Luca anche Lo Giudice sta facendo il tour attraversando l’isola e si prepara anche ad eventuali candidature per le Politiche. La partenza del Cammino di Cateno inoltre lo ha visto tra i protagonisti del primo tratto.
“Oggi non c’è nessuno al di là di Cateno che rappresenti questa possibilità di riscatto. La gente le ha provate tutte, centrodestra, centrosinistra, 5stelle ed è delusa, non vuol più andare a votare. Rappresentiamo una speranza. In questo cammino di Cateno e nei tour che stiamo facendo la gente ci ferma e ci dice: vado a votare per l’ultima volta solo perché ci siete voi. E’ brutto a dirsi perché vuol dire che la politica ha fallito, ma noi oggi rappresentiamo la speranza”.