Stiamo tutti leggendo e ascoltando le dichiarazioni di alcuni politici che, non so per quale misteriosa ragione, ritengono di avere ricevuto l’affronto del secolo!
Ho pensato quale potesse essere questo grave torto.
Offese alla famiglia, furto con scasso nella propria abitazione, ricatti e minacce di ogni tipo, diffamazione aggravata, privazione della libertà o della Nutella.
Nulla di tutto questo.
È semplicemente successo che i vertici dei partiti hanno deciso di indicare altri, anziché loro, alla carica di nominato candidato parlamentare in posizione eleggibile.
In sostanza, i vertici romani dei partiti, hanno applicato ad alcuni uscenti e ad altri potenziali aspiranti l’identica regola che ha permesso in passato agli stessi trombati di oggi, di diventare parlamentari o godere di altri privilegi.
Chi la fa, l’aspetti!
Intanto, chiariamo le varie tipologie di trombatura.
La prima, è la trombatura da mancata ricandidatura.
La seconda, è la trombatura da mancata candidatura di aspirante con titoli.
La terza, è la trombatura per candidatura in posizione difficile o impossibile.
Scendiamo nel particolare.
La prima è proprio tremenda.
Il non ricandidato perderà stipendio e privilegi. Certo, si potrebbe dire ritornerà a fare il suo lavoro ma, non tutti avevano un lavoro prima e poi, per tanti il lavoro è diventato fare il parlamentare.
Alcuni, per non dare soddisfazione dicono che “si può fare politica anche senza bisogno di essere parlamentare” ed è verissimo. Altri, rilasciano dichiarazioni al vetriolo come se quel posto sia diventato di loro proprietà per usucapione.
La seconda sa di tradimento.
Infatti, ci sono quelli che essendo o essendo stati consiglieri comunali, deputati regionali o altra carica istituzionale ritengono consequenziale e doveroso ottenere la nomina a candidato al parlamento nazionale.
Dopo la trombatura, arrivano le dichiarazioni di “ingratitudine verso tutto quello che ho dato al partito”.
Al partito?
Vorrei sapere quello che hai fatto per la tua regione, per la tua città, per i tuoi concittadini. Sono i fatti quelli che contano e non le chiacchiere. Cosa hai prodotto per la tua terra da ritenerti così meritevole del diritto alla candidatura?
La terza è più subdola.
Il partito ti ha nominato candidato al parlamento nazionale, impegnati che potresti farcela.
In questo caso alcuni cadono nell’arroganza.
Perché si fanno paragoni, io meglio di altri, perché loro e non io. Chi merita di più di un altro e così via.
Ma caro aspirante candidato insoddisfatto, in base a quale principio ti ritieni migliore di chi ti precede in graduatoria? E quando eri stato messo tu prima di altri? E quando hai avuto incarichi o privilegi rispetto ad altri che si ritenevano più meritevoli di te? La ruota gira e il silenzio sarebbe più rispettoso per tutti.
C’è solo una eventualità in cui mi sento di dare una minima solidarietà agli aspiranti candidati trombati.
È la vergogna dei paracadutati. Cioè di coloro che il partito candida in regioni dove non hanno la residenza e con la quale non c’entrano nulla.
Ma in questo caso non mi scandalizzo tanto per questi candidati privilegiati arrivati da altre regioni. La vera Vergogna sono quei cittadini che poi li votano.
A tutti questi candidati insoddisfatti vorrei rivolgere due domande.
Cosa hai fatto fino ad oggi per cambiare questo schifo di sistema elettorale?
Questa vergogna dei nominati, che da anni ci toglie la possibilità di scegliere chi votare ed ha portato l’astensionismo a livelli altissimi.
Oggi è facile dire bisogna eliminare i nominati e protestare contro chi ti ha trombato.
Prima dovevi pensarci, non adesso che da carnefice ti ritieni vittima.
Ed infine, quando vorrai, se vorrai, fattela una domanda, una semplice domanda:
“Caro aspirante candidato trombato, pensi seriamente di essere così indispensabile per il paese?”