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A Palermo la convention della coalizione di centrodestra in vista delle elezioni regionali del 25 settembre. Una sala gremita quella del Multisala Politeama con gli interventi di tutti i rappresentanti dei partiti a sostegno di Renato Schifani, candidato alla Presidenza della Regione Siciliana.
Un clima positivo attorno alla candidatura del senatore azzurro e gli alleati condividono una scommessa sulla personalità autorevole di Renato Schifani. “E’ mio dovere politico, morale e personale, rivolgere un saluto al presidente uscente, Nello Musumeci, che ha lavorato bene. Governare la Sicilia non è facile, però riuscire a non cambiare assessori, a gestire l’emergenza della pandemia, fa parte di un’azione di buon governo che caratterizza il centrodestra, che non a caso governa 16 regioni su 20, parlano i fatti di quello che facciamo. Ringrazio Gianfranco Miccichè per avermi chiesto provarci. Mi hanno chiamato il presidente Silvio Berlusconi, Matteo Salvini, Giorgia Meloni e gli amici del centro. Ce la mettiamo tutta e vinceremo queste elezioni”.
“Io discuterò alla pari con i ministri del futuro governo nazionale anche se di centrodestra, non mi sottometterò ai sottosegretari, perché ho la mia storia e sono rispettato dalla politica e dalle istituzioni”.
Poi c’è la burocrazia, punto focale di questa campagna elettorale. “Gli imprenditori sono pezzi produttivi importanti di questo paese, della Sicilia, vanno ascoltati. Gli investimenti devono arrivare e poi non arrivano, perché non siamo in grado come Regione di incoraggiare e dare risposta in termini di autorizzazioni amministrative. E quindi vanno via. Questo è un nostro problema e dobbiamo risolverlo. Lavorerò per cambiare questa macchina, perché così non va. La Sicilia è peggiorata da questo punto di vista. C’è la legge Bassanini che dà potere decisionale alla burocrazia e non alla politica che ha l’indirizzo politico e la programmazione, non ho nulla contro i dirigenti burocrati ma sono contrario a quelli che hanno la tessera di partito. Privilegerò la meritocrazia e non la tessera. Chiedo aiuto sin da subito agli alleati per questo: proponente e discutete. Chi mi aiuterà in giunta, deve trattarsi di uomini e donne che già conoscono il ramo che saranno chiamati ad amministrare”.
Sulla sanità, l’obiettivo è mettere fine ai “Viaggi della speranza. Mi sta a cuore la salute, le lunghe liste d’attesa offendono la dignità del malato, che è costretto ad andare a Roma o a Milano per operarsi. Non è possibile. Ci sono procedure bloccate per colpa di quella burocrazia. Va denunziato politicamente. Non è possibile e penso al procedimento di insediamento della cardiochirurgia in Sicilia, costringendo il paziente ad andare fuori”.
Lavoro, occupazione e infrastrutture, sono altri temi del programma elettorale.
“I posti di lavoro arrivano se noi creiamo le condizioni per gli investimenti, occorre che li accogliamo nel rispetto della legalità. Dobbiamo garantire i tempi di decisione, la trasparenza, opere di urbanizzazione e qualità dei prodotti, infrastrutture. Il ponte sullo Stretto non è uno slogan, è cantierabile. Lo faremo, perché è giunto il momento. Il progetto esiste, è stato cancellato dal governo Monti, quando già i lavori erano organizzati. L’alta velocità è già progettata e appaltata”.