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L’emergenza del caro bollette sta diventando un fardello quasi insopportabile per famiglie e imprese e il rischio di chiusura per pmi potrebbe diventare una realtà per molti. Sta già accadendo. Con un’altra complicanza: la perdita di posti di lavoro.
Un grido d’allarme inequivocabile lanciato da tanti e che sta diventando protagonista di una serie di manifestazioni, come è accaduto questa mattina a Bagheria, in presenza del primo cittadino Filippo Tripoli e di altri sindaci del comprensorio: Mario Cicero di Castelbuono, Giuseppe Virga di Altavilla Milicia, Fabio Spatafora di Casteldaccia. Lì c’era anche Nunzio Campisi, un ristoratore di Capri Leone, titolare dell’Antica filanda, di cui ilSicilia.it ha parlato qualche settimana fa. (https://ilsicilia.it/caro-bollette-lo-sfogo-di-un-ristoratore-a-luglio-quasi-22mila-euro-non-posso-continuare-cosi/).
“Abbiamo manifestato insieme a tanti colleghi bagheresi, accendendo una fiamma sullo stesso problema. Il costo dell’energia è così alto da non lasciare scampo. Le strade da seguire sono due – dice Campisi -. Da un lato, alzare i costi del servizio, che non renderebbe perché il nostro è un territorio a basso reddito, perderemmo la nostra clientela e saremmo costretti a chiudere. Seconda opzione è chiudere direttamente, a causa del lievitare dei costi di produzione”.
Campisi tira le somme e l’analisi ovviamente è disastrosa, perché “L’importo della bolletta è più del quadruplo rispetto agli anni precedenti, e ci saranno ulteriori aumenti di circa del 60%. La prossima bolletta arriverà a 40 mila euro. Se aggiungiamo il gas, arriviamo a 50 mila euro. Praticamente, per aprire la baracca, ci vogliono 2 mila euro netti ogni giorno di energia. Ma quanti coperti dobbiamo fare? Almeno, dovremmo fare 10 mila euro di incassi con un costo medio di 40 euro a persona, più di 200 persone tutti i giorni per pagare solo la bolletta. Situazione drammatica, che ci costringerà a mandare a casa le persone, per quanto mi riguarda 20 famiglie. E’ un problema di tutti: chi ha bollette che vanno dai 5000 ai 12 mila euro. Quanto prima arriverà una lettera al prefetto di Palermo, per spiegare tutto questo”.
Campisi ha 30 dipendenti, e altri 20 che costituiscono un intero indotto di categorie: macellaio, pescivendolo, i fornitori di formaggi, funghi e tutto ciò che è funzionale all’attività di ristorazione.
E’ in corso una nuova crisi economica? Forse è il preludio.