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A Bar Sicilia tutto su Covid, variante Delta e vaccini con Mario La Rocca | VIDEO

domenica 18 Luglio 2021

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A Bar Sicilia la puntata numero 166 è dedicata al Covid, alla variante delta e alla campagna vaccinale nell’Isola. Ospite del direttore de ilSicilia.it Manlio Melluso e del direttore editoriale Maurizio Scaglione è Mario La Rocca, dirigente generale del dipartimento Pianificazione strategica dell’assessorato regionale alla Salute.

Si parte con la campagna vaccinale, che secondo La Rocca in Sicilia sta rispettando la tabella di marcia, seppur risentendo dell’ ‘azzoppamento’ dovuto allo stop al vaccino Astrazeneca, siero che il dirigente regionale difende: “Devo dire che la campagna vaccinale sta andando nella media, in assoluta uniformità e coerenza con i target che la struttura commissariale ci ha assegnato. Avremmo potuto essere molto più veloci e molto più efficaci se non ci fosse stata questa buriana, questa comunicazione massacrante sul vaccino Astrazeneca, che ormai non si riesce più a somministrare in Sicilia. Onestamente c’è stata una comunicazione da parte degli organi preposti devastante, abbiamo bruciato un vaccino che secondo me era tra i più efficaci“.

La Rocca rassicura sulla disponibilità dei vaccini e torna sulle resse che si sono verificate negli hub all’inizio della campagna di inoculazione dei sieri: “All’inizio quello delle resse è stato un argomento che in parte è stato strumentalizzato. Inoltre a Palermo la ‘palermitanitudine’ non ci ha aiutato – afferma – Abbiamo fatto gli Open Day, che vanno avanti fino al 20 luglio e probabilmente saranno prorogati e che servono a raccogliere quanto più possibile persone che vogliono essere vaccinate“.

Nel frattempo le persone si sono vaccinate, in particolare nei grandi centri dove sono presenti gli hub vaccinali. Restano da raggiungere i piccoli comuni, per questo è stata avviata la campagna di prossimità: “Negli hub ci va meno gente perché sono posizionati all’interno di quegli ambiti urbani in cui ci sono maggiori quantità di persone – spiega La Rocca – È chiaro che l’hub di Palermo, che è il più grande d’Italia, ha esaurito gran parte della sua spinta propulsiva perché circa 400.000 palermitani hanno avuto la loro dose, quindi la platea si è ristretta. Adesso bisogna andare con lo stesso personale a cercare le persone da vaccinare nei paesi“.

Non ci si poteva esimere dal discutere con La Rocca della variante Delta, che ha fatto registrare una ‘rimonta’ del virus dopo un momento di stanca: “Dobbiamo prendere atto della situazione e occuparci del problema con una consapevolezza maggiore. A luglio la variante Delta ha un incidenza del 60% dei casi. La variante Delta è veramente una brutta bestia perché certe volte si comporta come se fosse un virus diverso: ha infettato persone che già avevano avuto il Covid e che quindi avevano gli anticorpi, o che avevano avuto entrambe le dosi di vaccino. E’ un problema del quale oggi dobbiamo occuparci, e ce ne stiamo occupando, tanto è vero che il Presidente Musumeci ha emanato due ordinanza successive per contenere la diffusione della variante Delta riguardo ai casi che potrebbero arrivare dai Paesi più colpiti“.

Insomma, una brutta gatta da pelare la variante Delta, anche se al momento gli ospedali e le terapie intensive reggono e non ci si trova nell’emergenza alla quale purtroppo abbiamo assistito un anno e mezzo fa: “Non sappiamo ancora in che fase della pandemia siamo e se il virus comincia a diventare una malattia endemica – spiega La Rocca –, non possiamo dire se siamo già arrivati in questo momento. La variante Delta non ha provocato un intasamento degli ospedali, sia perché circola tra le fasce di età più giovani, sia perché, fino ad ora, non è aggressiva come quelle precedenti. Vedremo in futuro se ci saranno effetti sull’ospedalizzazione o meno“.

Una battuta La Rocca, stuzzicato da una domanda, la dedica all’opportunità o meno di obbligatorietà dei vaccini sul Covid: “La mia libertà finisce dove inizia quella degli altri“, afferma il dirigente regionale. E ancora: “Non esiste che un medico che sta a contatto col paziente e che ha fatto anche un giuramento metta a rischio la salute dei propri assistiti perché ha deciso di non vaccinarsi“.

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