L’insediamento dei 70 deputati all’Assemblea regionale siciliana, presieduta da Gaetano Galvagno (in quota Fratelli d’Italia), ha segnato l’avvio della 18esima legislatura, con tante riconferme e anche new entry.
Ma chi sono i candidati primi non eletti? E perché è importante parlarne?
Sicuramente, tutto può succedere: gli eletti potrebbero lasciare il proprio seggio, sia per il verificarsi di alcune ipotesi previste per legge, che per eventi che potrebbero realizzarsi per cause di forza maggiore.
Intanto, guardate la tabella. E poi commentiamo.
E’ doveroso specificare situazioni particolari, e va ricordato che alcuni deputati sono stati rieletti all’Ars, e contemporaneamente hanno conquistato un seggio a Roma.
Per Forza Italia: Gianfranco Miccichè e Tommaso Calderone. Il coordinatore regionale degli azzurri è stato eletto al Senato, e stando alle ultime dichiarazioni rilasciate alla stampa, sceglie di rimanere a Palermo.
Non è ancora avvenuta la rinuncia formale, ma ipotizzando che decida di volare verso la Capitale, il posto dell’ex presidente dell’Ars andrebbe a Piero Alongi, primo dei non eletti nella lista dei forzisti in Provincia di Palermo, superando Francesco Cascio per 47 voti di preferenza. Seguendo questa dinamica, Cascio si accoderebbe all’ex sindaco di Ventimiglia.
Medesimo caso è rappresentato dal capogruppo uscente di FI a Sala d’Ercole. Calderone, infatti, è stato riconfermato al parlamento regionale, ed eletto alla Camera dei Deputati, da poco nominato componente della Commissione Giustizia. Non ancora sciolto la riserva, ma se dovesse optare per Roma, cederebbe il posto a Bernadette Grasso. Dietro la messinese c’è Giuseppe Picciolo.
Non ha ancora rotto gli indugi anche il segretario regionale del PD Anthony Barbagallo, anche lui rieletto all’Ars e neo deputato alla Camera. In pole position c’è Ersilia Saverino, prima dei non eletti in quota dem. Dietro di lei Mario Maugeri.
E ancora altri casi particolari. In Provincia di Enna, non è scattato neanche un seggio per Fratelli d’Italia. Nella lista dei meloniani c’era Elena Pagana, che comunque rappresenta la prima non eletta. Poi c’è la questione Luigi Genovese, l’ex deputato regionale, candidatosi nella lista di Popolari e Autonomisti legata all’ex governatore Raffaele Lombardo, ha perso uno scranno per una trentina di voti, che stando ai conteggi è stato attribuito alla Lega, proclamando così l’lezione del messinese Pippo Laccoto.
Ma quale è il punto? Molti primi non eletti, vero è che sono rimasti fuori dall’assemblea più antica d’Europa, ma hanno dato un grande contributo alle liste, facendo incassare una valanga di consensi, ciascuno per il proprio partito di appartenenza. Malumori non esclusi. Partiamo dal centrodestra. C’è chi rivendica un posto nella giunta Schifani, i cui assessori faranno giuramento all’Ars il 16 novembre. Pressioni romane da FdI per Francesco Scarpinato, secondo a Brigida Alaimo, e anche per Elena Pagana.
I non eletti, insomma, che entrerebbero da esterni. Pensiamo anche al siracusano Edy Bandiera, superato da Riccardo Gennuso. Certo, questo significherebbe rimettere in discussione i criteri stabiliti dal presidente della Regione, Renato Schifani, per la costituzione del nuovo Esecutivo. Il governatore dell’Isola ha più volte dichiarato che predilige una giunta di assessori/ deputati, e con competenza, s’intenda. Aprirebbe le porte agli esterni solo in via del tutto eccezionale: la tecnica Giovanna Volo per la delega alla sanità, trattandosi di un comparto particolare e che richiede specifiche competenze. Se non nel governo, quanto meno con ruoli di capogabinetto nei vari assessorati o con ruoli, comunque, di sottogoverno. Sono alcuni esempi.
Dal lato opposto c’è il centrosinistra. Grillini che non hanno potuto proseguire il secondo mandato, potrebbero fare i portaborse o, in generale, i collaboratori. E non sarebbe la prima volta.
Un risarcimento, quindi, per gli esclusi, ma portatori di voti? E si sa, molti sono volubili e se non ristorati, potrebbero decidere di cambiare bandiera e portare la propria forza elettorale altrove. Chissà come andrà a finire…
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