La popolazione di lupi che vivono sul territorio nazionale non raggiunge i 3.400 esemplari.
In Italia c’è un lupo ogni 88,5 chilometri quadrati; uno ogni 44 chilometri quadrati se si considerano soltanto gli areali dove la specie è effettivamente presente (Alpi e Appennini). Questa la fotografia “scattata” dalle stime dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), rielaborate da Enpa.
Nella regione alpina il numero di esemplari non raggiunge le mille unità – 946 (vale a dire uno ogni 44 chilometri quadrati) – distribuite in netta prevalenza sulle Alpi centro-occidentali (680 lupi), mentre nella zona delle Alpi centro-orientali i lupi sono appena 266. Ma è lungo la dorsale appenninica che si concentra la parte più consistente della popolazione: 2.388 animali su oltre 110 mila chilometri quadrati (uno ogni 45 chilometri quadrati).
«Dal censimento Ispra emerge una situazione molto diversa da quella descritta in queste settimane dal ministro dell’Agricoltura, che rappresenta un Paese in balia dei lupi -, osserva l’Ente Nazionale Protezione Animali -. Ma quello che colpisce ancora di più è che ad alimentare il clima di paura sono proprio i rappresentanti di quei territori dove il lupo è meno presente».
Su circa 18 mila eventi predatori accertati tra il 2015 e il 2019 (le statistiche sono realizzate a partire dalle richieste di risarcimento compilate dagli allevatori), quelli effettivamente attribuiti al lupo nel quinquennio sono appena la metà: una media di 1.800 casi l’anno, cioè 100 per regione (non vengono considerate Sicilia e Sardegna dove i lupi sono assenti). Gli altri 9 mila sono attribuiti a cani vaganti, ad altri animali selvatici o non sono attribuibili.