Da giorni non si fa che parlare dell’ultima trovata di Giorgia Meloni. In un primo post, il Presidente del Consiglio annuncia agli italiani che anche lei è pronta a renderli partecipi dei programmi del Governo. Si tratta di una foto di una tradizionale rubrica blu aperta con scritto “Pronti ad aprire gli appunti di Giorgia?” Il post successivo invece è un video in cui dà il via alla sua rubrica online “Gli appunti di Giorgia”, creando un hashtag personalizzato #gliappuntidiGiorgia.
Il presidente del Consiglio ha toccato tantissimi temi, dal tetto al contante all’utilizzo dei Pos, dal Reddito di cittadinanza alla guerra in Ucraina.
Del resto, i social sono un posto per tutti, ma proprio tutti. Per questo, anche i leader politici hanno deciso di utilizzarli al meglio sia per le proprie campagne elettorali che per diffondere i propri programmi e rendere partecipi i cittadini.
Diversi i modi usati: dai post scritti alle foto, passando per i video e le dirette. Insomma Facebook, Instagram, Twitter e anche TikTok stanno diventando quasi il mezzo di diffusione politico più utilizzato. Forse perché è anche quello più immediato e più efficace che ci sia per arrivare a una platea più ampia e
diversificata.
L’iniziativa di Meloni, non è di certo la prima. Già nel lontano 2016 Matteo Renzi creò #matteorisponde, un format in cui rispondeva attraverso una diretta Facebook e Twitter alle domande che gli utenti lasciavano sotto i suoi post e via mail. Le live avevano cadenza settimanale e duravano all’incirca 65min. Un format che è piaciuto molto e che creava un legame diretto tra politico e cittadini. L’ex premier appariva interessato a rispondere personalmente alle problematiche della gente, senza che tra di loro ci fosse un intermediario. Un dialogo misto tra formalità e informalità, anche se spesso confusionario e poco lucido. Da un lato lo studio di palazzo Chigi, dall’altro un premier con le maniche della camicia arrotolate.
Meloni e Renzi non sono gli unici utilizzatori dei social in Italia. Un politico attivissimo è Matteo Salvini che, tra le tante cose, durante l’ultima campagna
elettorale, ha dato vita ad una “maratona” di 4 ore per una diretta su TikTok. Il Leader del Carroccio utilizza però le sue live più come una valvola di sfogo e di intrattenimento perché, all’interno di esse i temi affrontati sono diversi: dalla lettura dei commenti ricevuti durante la diretta alla lettura di articoli nazionali e non con commenti annessi, fino ad arrivare anche a quelli che sono i suoi obiettivi da ministro. La sua “rubrica” se così si può chiamare, non ha cadenza regolare poiché sono circa 3 al mese. L’ obiettivo è quello di arrivare ad ottenere i consensi di una grossa fetta di popolo, i giovani. In quattro ore di live, Salvini aveva alternato discorsi a contributi video e interventi di ospiti, con possibilità di interazioni live. Il leader della Lega è iscritto su TikTok dal novembre 2019 e da allora ha accumulato quasi 800 mila follower e oltre 10 milioni di like.
E poi c’è Giuseppe Conte, attivissimo sui social. Sui suoi profili posta un video ogni 3 giorni e in questi attacca sistematicamente quanto detto dal Governo e da chi tenta in tutti i modi di prendersi meriti che, a detta sua, sono invece di quando era lui in carica.
Una presenza fissa sui social è Cateno De Luca, che con le sue dirette “A modo mio” tiene aggiornati i suoi sostenitori costantemente. Sulle sue pagine posta infatti una live al giorno, della durata di circa 20-30 min, in cui racconta come proseguono le sue proposte e i suoi obiettivi.
Un altro De Luca famosissimo sui social è il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che durante il periodo più difficile della pandemia è diventato virale per i suoi modi taglienti e iconici di far tornare il lume della ragione nei cittadini.
Infine c’è Silvio Berlusconi, l’apripista della comunicazione televisiva e social, l’uomo
che alla veneranda età di 86 anni approda a gamba tesa su un social giovanile come TikTok durante la passata campagna elettorale. Le sue “pillole”, così le chiama lui, sono video su vari temi, in cui cerca di essere semplice e diretto. Finita la campagna elettorale però la sua presenza sui social è andata scemando, postando prevalentemente video interviste o video in cui tratta di temi cruciali come la violenza sulle donne.
Ma andiamo oltre, arriviamo in Francia, dove il presidente Emmanuel Macron
sulla stessa linea di Renzi, ha dato vita ad un format in cui risponde personalmente ai commenti che riceve sui social dal popolo francese. I video, della durata di un paio di minuti, vengono prima caricati sul canale YouTube e poi rifondivisi sulle pagine ufficiali del Presidente. Anche qui l’appuntamento è due volte al mese.
Passiamo per l’Ucraina, da mesi martoriata dalla guerra contro la Russia. Il suo capo di stato, Volodymyr Zelens’kyj, è diventato un leader comunicativo e iconico per eccellenza. L’uomo che ha riportato, in maniera social, il drammatico bollettino di guerra dei primi del ‘900. Zelens’kyj sin dal primo momento si è tolto i panni del Presidente e ha indossato quelli da militare, rapportando, con dei video da lui stesso girati, la situazione del Paese minuto per minuto.
Infine andiamo a Città del Vaticano e vediamo come anche i social siano entrati tra le mura della Chiesa. Papa Francesco è di fatto entrato anche lui nell’era social e ha creato la sua rubrica domenicale e l’hashtag #VangelodiOggi. Due tweet settimanali in cui, dietro le parole del Vangelo, si celano messaggi politici di pace, speranza e fratellanza.