“Ero a casa e stavo dormendo, quando ho sentito gridare ‘aiuto, aiuto’, mi sono affacciato dal balcone del primo piano sul cortile e ho visto mio fratello ancora col coltello in mano”, la drammatica testimonianza di Antonino Favara, 56 anni, fratello di Ernesto. L’uomo racconta i momenti precedenti al delitto.
“Avevo parlato con mio fratello chiedendogli cosa avremmo preparato per la cena di Natale – ricorda – poi sono andato a letto. Nel pomeriggio ho sentito le urla, mi sono alzato, mi sono messo i pantaloni, ho preso la stampella e mi sono affacciato e ho visto mio fratello col coltello in mano insanguinato. Gli ho chiesto cosa avesse fatto e lui mi ha risposto: ‘mi ha fatto perdere le bambine'”. Ai carabinieri il testimone ha poi riferito che la cognata “da lunedì scorso non viveva più in casa” col fratello.
Non è ancora chiaro però il movente, due le ipotesi: la gelosia o la lite per le figlie, degenerata nel sangue.
“Cercheremo di capire quale sia stata la matrice che ha avuto come epilogo la tragedia”, dice l’avvocato Margherita Barraco, difensore di Favara, arrestato con l’accusa di omicidio. Durante l’interrogatorio con il pm Stefania Tredici, l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. “Proveremo a capire se può essere escluso il reato a sfondo passionale o se tutto sia scaturito dalla triste vicenda legata ai figli tolti alla coppia”.
Domattina al Tribunale di Marsala ci sarà l’udienza di convalida dell’arresto, l ‘interrogatorio avverrà davanti al gip Sara Quittino. Favara al momento si trova rinchiuso nel carcere di Trapani.