Il Tribunale di Messina rigetta il ricorso dell’eurodeputato Dino Giarrusso nella querelle con Cateno De Luca per il simbolo del movimento Sud chiama Nord e lo dichiara infondato.
La guerra del simbolo è scoppiata in agosto in piena campagna elettorale per le Politiche, quando maturò il “divorzio” tra De Luca e Giarrusso (leggi qui) nell’imminenza della presentazione delle liste.
Gli strascichi di quella rottura emersero proprio in occasione del deposito di simbolo e liste a Roma. De Luca infatti presentò il simbolo di Sud chiama Nord all’alba del giorno previsto per il deposito nazionale (leggi qui) ma Giarrusso fece altrettanto sostenendo che la titolarità del simbolo era sua. Nell’immediato già la Commissione Ministeriale diede torto a Giarrusso che però ha presentato un ricorso cautelare d’urgenza al Trinunale di Messina accusando De Luca d’aver fatto un uso scorretto del simbolo in occasione della presentazione delle liste per la partecipazione alle elezioni nazionali e regionali dello scorso 25 settembre. Il 5 settembre la sentenza del Tribunale di Messina che rigetta il ricorso. Nel frattempo il movimento ha portato in Parlamento la senatrice Dafne Musolino e il deputato della Camera Francesco Gallo, che hanno vinto in due collegi uninominali, spianando così la strada al movimento sul piano nazionale.
Cateno De Luca, assistito dalla stessa Dafne Musolino in qualità di avvocato, si è costituito contro il ricorso.
La difesa si è concentrata sulla legittimità della procedura con la quale il Movimento Sud Chiama Nord aveva presentato le liste per le elezioni nazionali e regionali, eccependo l’assoluta carenza di legittimazione attiva dello stesso Giarrusso a promuovere il giudizio.
Anche la domanda proposta dall’eurodeputato Giarrusso con la quale contestava la affissione dei manifesti elettorali, è stata rigettata dal Tribunale avendo la difesa dimostrato che la campagna pubblicitaria era stata commissionata prima della fuoriuscita di Giarrusso dal Movimento ed era già giunta a conclusione prima della discussione del ricorso.
Il Tribunale ha inoltre respinto le richieste di Giarrusso, che rivendicava la proprietà sul simbolo “SUD CHIAMA NORD”, riconoscendo che il simbolo del Movimento è stato depositato contestualmente alla sottoscrizione dello Statuto e dell’Atto Costitutivo del Movimento e registrato presso l’Agenzia delle Entrate (leggi qui), mentre la registrazione del marchio «SUD CHIAMA NORD», eseguita da Giarrusso in data successiva rispetto alla scissione con il movimento politico, dimostrava “con ancora maggiore forza l’allontanamento del Giarrusso dai valori sociali e dalla compagine organizzata, che non trovavano espressione e rappresentanza nei suoi atti unilaterali”.
Il Tribunale di Messina ha dunque dichiarato l’infondatezza di tutte le domande proposte da Giarrusso condannandolo anche al pagamento delle spese di lite.
“Non avevamo mai avuto dubbi sull’esito di tale giudizio, attesa l’evidente infondatezza delle domande proposte dal Giarrusso, mosso da una palese volontà di rivalsa contro il Movimento e contro di me che avrei avuto la colpa, secondo lui, di aver detto no alla sua candidatura blindata nel collegio di Messina. Avevo detto no perché Giarrusso non ha alcun legame identitario o d’appartanenza con Messina. E’ evidente il suo tentativo di trarre vantaggio politico dal partito, a discapito dei principi ai quali noi ci siamo sempre ispirati e che sono quelli dell’impegno, del sacrificio e dell’appartenenza territoriale, di cui rivendichiamo con orgoglio di volere essere espressione e sentinella” commenta Cateno De Luca Segretario Federale del Partito Sud Chiama Nord. Peraltro De Luca sin dai giorni del divorzio con Dino Giarrusso aveva spiegato che la rottura era maturata dopo la richiesta da parte dell’eurodeputato di una candidatura in un collegio “blindato” con maggiori probabilità di elezione, come quello appunto di Messina.
“Il Tribunale- prosegue De Luca- ha riconosciuto che l’azione intentata dall’on.le Giarrusso non aveva alcun fondamento, aggiungendo che le ulteriori azioni poste in essere dallo stesso – come la registrazione commerciale del marchio SUD CHIAMA NORD – lungi dal dare sostegno alle sue domande, costituivano al contrario la dimostrazione de “l’allontanamento del Giarrusso dai valori sociali e dalla compagine organizzata” , come peraltro avevamo già dolorosamente preso atto come Movimento nel momento in cui abbiamo deliberato di revocargli la carica di Segretario Federale del Partito”.
De Luca non considera affatto chiusa la vicenda e si prepara a togliere sassolini dalla scarpa alla luce dei tentativi fatti da Giarrusso per impedirgli di presentare le liste alle Politiche. Incassata la sentenza del Tribunale infatti De Luca non esclude l’ipotesi di un’azione risarcitoria nei confronti dell’ex compagno di viaggio (per quanto breve).