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“Folippo dove ti sei ubicato?”

lunedì 9 Agosto 2021
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Folippo dove ti sei ubicato?

Carissimi, cosi citava una famosa vignetta di Jacovitti sul mio diario del liceo, dove una giunonica donna con una 9° misura di seno a davanzale, urlava in spiaggia, con la mano destra poggiata sulla fronte per poter guardare lontano, alla ricerca del minuto marito rifugiatosi nel frattempo al riparo dal sole torrido sotto quell’enorme seno.

Era l’Italia delle calde estati trascorse sulle spiagge. Era la Palermo (o meglio la Mondello) dei cortili e delle capanne sulla sabbia, dalle più chic di piazza Valdesi fino a quelle più popolari a ridosso della spiaggia libera di Mondello paese. Erano le spiagge degli altoparlanti che diffondevano la musica dal “centro radio”, erano le spiagge dei bagnini playboy ben lontani dai palestrati bagnini di baywatch, erano le spiagge dei venditori locali, ancor prima dei “vu cumprà“, di coloro che con una cassetta a tracolla attraversavano il golfo da una punta all’altra, con i “piedi di amianto” sulla sabbia rovente per vendere posto ombrellone, le patatine con lo sfincionello, il cocco bello e soprattutto “constatare”: ”che sono belle le pollanche!

Lo voce di Zio Pippo intento a fare i quiz per gli utenti dei cortili diffusa dagli altoparlanti veniva interrotta sovente dall’appello per il solito bimbo fuggito al controllo della madre che qualora recuperato doveva esser accompagnato immediatamente al centro radio.

Capanne, mare, ombrelloni, pedane e palloni così come i gavettoni e nell’attesa che anche il Folippo di turno uscisse allo scoperto per tranquillizzare la moglie, passavano le giornate in spiaggia e si consumavano gli amori estivi.

Anche lo “spuntino” sulla spiaggia aveva tutt’altro sapore ormai perso nel tempo, ad iniziare dalla mitica ciambella comprata alla Sirenetta di Valdesi, mangiata la quale iniziava la lunga contrattazione temporale con le madri, sul passaggio o meno delle due ore, prima di poter fare il prossimo bagno.

Che dire poi dei salvagenti di varie forme, classiche, con le papere colorate o in modo più pratico spostandosi dalle capanne più benestanti verso la spiaggia libera in paese, non a forma ma direttamente un nera camera d’aria di una ruota d’automobile.

Il bagno avveniva sotto la vigile sorveglianza dalla spiaggia di giovani stagionali con le canottiere rosse recante la scritta  “bagnino di salvataggio”. Mi sono sempre chiesto che altro tipo di bagnino esistesse se non di salvataggio.

Ognuno in spiaggia con le proprie nudità nascoste dal costume a slip per gli uomini e a pezzo unico o i bikini per le donne, specialmente chi nel fiore dell’età aveva il piacere di mostrare la tonicità e la bellezza di un corpo non ancora appesantito dall’età, bellezze al bagno in mezzo a tanti “tetraedri” in pezzo unico che ricordavano vagamente l’individuo che in gioventù……

Ma la grande evidenza delle proprie forme esposte nelle spiagge lasciava lo spazio all’immaginazione in città e al tradizionale rito della constatazione. Le estati da sempre sono state le occasioni per mostrare le abbronzature, le scollature e per permettere a mommi di “constatare” prima di chiedere anche il consenso popolare. Cosa intendo.

E buona norma solo alle nostre latitudini da parte dell’uomo, quando una donna cammina per strada, a maggior ragione se ben messa,  mostrare con evidenza la propria attenzione e il gradimento (ma non come la potrebbe guardare qualunque altre uomo latino o peggio un uomo anglosassone distratto dalla primaria attenzione più per le birre che per le donne).

Qui l’uomo che incrocia una donna si volta e continua a seguirla attraverso la rotazione della testa  per 180° nell’intento di scannerizzarla in tutte le sue misure (modello benignanocon lo sguardo falle capire che hai capito”) ed alla fine completare la rotazione del capo in senso opposto per far seguire alla precedente “constatazione” la ricerca del “consenso altrui” con l’espressione leggibile in faccia: “l’avete visto come è bona?

Nel frattempo la donna sicula tirandosela continua camminare imperterrita facendo “finta” di non essersi accorta di nulla. Questo rito di mascolinità si perpetra da secoli e per qualunque incrocio con una donna che non copre la sua figura (sconfiggendo gli arcaici luoghi comuni degli scialli neri o addirittura dei baffi) a tal punto che d’estate l’uomo giungerebbe a voltarsi anche per un “cubo di rubick” (uguale in tutte le sue misure) con indosso un prendisole, “ogni lassata e pirduta“.

Tutti, dall’autista del grosso camion, l’operaio sul vespino, il giovane dandy alla guida dell’auto, al ragazzo sulla bicicletta, esercitano il gesto della “constatazione”, sapendo in ogni modo che ciò non porterà ad alcuna attenzione da parte dell’interessata, ma di contro permetterà con lunga perpetrazione al rafforzamento dei muscoli del collo. Avete notato la grande percentuale di uomini con il collo taurino?

Ma si, il mondo va cambiando, oggi che paradossalmente non esistono più i cortili e le spiagge si sono rifatte il look come gli stabilimenti sull’Adriatico con gli ombrelloni e le sedie sdraio, oggi che anche lo “Zio Pippo” è un ricordo romantico per bambini un po’ spuntuliddri, la signora non si chiede più “dove si sia ubicato Folippo”, la stessa che nel tempo ha continuato ad intimare e a presagire “vastunate se non usciva dall’acqua” alla figlia Beba, diventata Sciantal, poi Suelle e ora Megan, anche lei visto che “siamo nel progresso” come diceva il suffraggetto Ferribbotte, ha iniziato ad esercitare il rito della “constatazione”.

Passo ai distinti saluti per delle buone vacanze d’Agosto, in spiaggia e anche no. Un abbraccio, Epruno.

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