Due cortei per dire no alla mafia, promossi dalle amministrazioni comunali di Castelvetrano e Campobello di Mazara. Due realtà ad alta densità mafiosa: la prima luogo di nascita dell’ex latitante Matteo Messina Denaro catturato a Palermo il 16 gennaio scorso; l’altra dove il boss ha vissuto stabilmente negli ultimi quattro anni. Si sono mossi da due punti diversi, , tutti con la fascia tricolore, e molti studenti che hanno esposto slogan contro cosa nostra e striscioni: “Campobello libera”, “No alla mafia”, “Castelvetrano 16 gennaio la nostra liberazione”.
I cittadini di Campobello si sono riuniti davanti la chiesa “Madonna di Fatima” ed hanno sfilato in corteo sino a congiungersi con quelli di Castelvetrano, che sono arrivati dalla parte opposta del paese, al confine di Castelvetrano, per gridare tutti insieme un forte “NO alla mafia”.
Appuntamento finale al vicolo San Vito, dove si trova il primo covo del boss e dove il sindaco di Campobello, ha tenuto un breve discorso. Poi, tutti in coro hanno scandito ripetutamente “la Sicilia è nostra e non di cosa nostra”.
Alla manifestazione hanno preso parte, tra gli altri, il Vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Angelo Giurdanella e l’emerito monsignor Domenico Mogavero.