La Fondazione Taormina Arte Sicilia, per la programmazione 2021, produce un evento d’eccezione che ha come protagonista Gabriele Lavia. E’ in programma per la data del 16 agosto un gradito ritorno al Teatro Antico di Taormina del noto artista che negli anni Ottanta nella Perla dello Ionio è stato regista e interprete delle opere shakespeariane.
Lavia torna in Sicilia con Oscar Wilde, l’ultima terra che il noto scrittore inglese ha visitato prima di morire e dove per un lungo periodo ha soggiornato nel 1898, fortemente attratto dal clima arcadico e dalle suggestioni mitologiche anche a Taormina presso l’Hotel Victoria.
Gabriele Lavia affronta per la prima volta le favole di Oscar Wilde, una lettura come solo un grande maestro del teatro può presentare a un pubblico che è rimasto lontano dalle sale teatrali forse troppo tempo. La grande voglia di teatro e di partecipazione riporta l’attenzione degli spettatori all’attenzione al presente, attraverso la genialità di Wilde. Lavia sapientemente ricerca in questi testi il pretesto per abbandonarci all’ascolto di storie fantastiche, che alludono alle contraddizioni di una moralità che condiziona spesso la nostra vita.
All’apice della notorietà lo scrittore inglese scrive alcune fiabe per i figli Cyril e Vyvyan, allora bambini: sono storie malinconiche, popolate da personaggi memorabili. Principi ingenui, regine in incognito, giganti insicuri, usignoli generosi, fattucchiere piacenti, razzi vanitosi e nani da circo: l’intento era quello di divertire e, soprattutto, educarli a una vita giusta e felice i due bimbi. Tra le righe, la difficoltà di mantenere una doppia vita, tra un matrimonio di facciata e l’omosessualità difficilmente occultabile.
Il grande interprete e regista ha scelto per questa serata Il Principe Felice e Un ragguardevole razzo. La statua del Principe Felice e la piccola rondine, non sono che due varianti del carattere di Wilde: mondano e godereccio l’una, malinconico e compassionevole l’altro. Attraverso una critica alla società vittoriana inglese lo scrittore mette alla gogna politici, intellettuali cattedratici, una famiglia borghese. Wilde esalta i bambini che nella loro ingenuità vivono di sogni e se la prende con chi, da intellettuale scettico e razionalista, ridimensiona le loro fantasie.
Il razzo eccezionale è una novella sarcastica, una divertente satira dell’ipocrisia borghese: protagonista del racconto, infatti, è un razzo egocentrico ed arrogante. Autoproclamatosi protagonista di uno spettacolo pirotecnico organizzato dal re, constaterà a proprie spese quanto sia poco saggio trattare gli altri in maniera irrispettosa e come l’arroganza, alla fine, non paghi.