Sarà lui, il 2 febbraio, a relazionare in Commissione Affari Costituzionali, in merito alla proposta di legge presentata da Forza Italia sulla separazione delle carriere (leggi qui) tema rovente e tra i primi all’ordine del giorno nella tabella di marcia della riforma della giustizia, insieme a quello delle intercettazioni.
Toccherà a Tommaso Calderone, avvocato, deputato e capogruppo di Forza Italia nella Commissione Giustizia della Camera, illustrare la proposta di legge che lo vede firmatario insieme ai colleghi di partito Alessandro Cattaneo, Annarita Patriarca e Pietro Pittalis.
Sulla separazione delle carriere sono state presentate altre due proposte di legge (una del Terzo Polo e una della Lega) ed il fatto che sia già stato calendarizzato dal 2 febbraio l’avvio dell’esame, fa ipotizzare che non c’è alcuna intenzione di rinviare nel tempo uno degli argomenti più caldi del dibattito politico. Tutt’altro.
E il parlamentare messinese relazionerà su una delle tematiche che più gli stanno a cuore nell’ambito della riforma della giustizia (l’altra è quella delle intercettazioni indirette).
“La nostra proposta non si limita a prevedere solo la separazione delle carriere ma un doppio percorso complessivo- spiega Tommaso Calderone– Deve esserci un doppio concorso: uno per la carriera di giudice ed uno per quella di requirente. Allo stesso modo devono esserci tirocini distinti per le due funzioni. Infine anche due Csm, uno per la magistratura giudicante e uno per la requirente. L’art. 111 della Costituzione Italiana sancisce che il giudice deve essere terzo ed imparziale, ma oggi, nei fatti, il giudice è collega di una delle parti…… Un processo è davvero giusto se chi giudica è equidistante fra chi accusa e chi si difende: la riforma del sistema giudiziario non può prescindere da questo concetto per garantire ai cittadini italiani una giustizia equa.
Per Calderone è un problema di metodo ma anche di quel che deve apparire in quanto tale: l’equidistanza reale, la parità tra accusa e difesa di fronte ad un giudice concretamente terzo e imparziale. Del resto il codice Vassalli prevede un sistema “triadico” basato sulla diversificazione delle funzioni, ma la logica garantista non è stata ancora applicata.
Il parlamentare azzurro ribadisce che non c’è alcun allarme per l’indipendenza della magistratura, ma una distinzione nel sistema di accesso alle carriere, giacchè “La terzietà e l’imparzialità del giudice devono rappresentare la stella polare che guida la riforma del potere giudiziario. Resteranno i presìdi che oggi tutelano il potere giudiziario e non è prevista alcuna soggezione di chicchessia al potere esecutivo: nessun allarme, quindi, per la magistratura, che continuerà ad essere un ordine autonomo ed indipendente, come da Costituzione”.
Per Calderone la riforma della giustizia è quasi una “mission”, la molla che lo ha spinto prima ad accettare la candidatura e poi, a presentare proposte di legge su tutti i punti al centro del dibattito, dall’abrogazione dell’abuso d’ufficio che ha portato alla “paura della firma” (qui) da parte di migliaia di amministratori in Italia, fino alla modifica del sistema delle intercettazioni.
“Il mio partito andrà avanti perché, come dico spesso, è la norma che comanda non la sua interpretazione. Il Parlamento ha il potere di legiferare, alla magistratura spetta l’applicazione della legge. Invece con il passare del tempo ha finito con il prevalere l’interpretazione della norma…..”.
Il deputato di Forza Italia ha presentato una proposta di legge anche su un altro tema di estrema attualità, quello delle intercettazioni, in particolare sul valore probatorio delle cosiddette conversazioni indirette. Ad esempio Tizio, intercettato, parla con Caio ed entrambi (per qualsiasi motivo, anche di rancore personale), parlano di Sempronio in sua assenza e lo accusano di un reato.
“La nostra proposta è che la conversazione indiretta abbia valore probatorio affievolito, non basti cioè da sola, senza riscontri, a far arrestare una persona- spiega Calderone- Se Tizio e Caio intercettati accusano Sempronio d’aver incassato una tangente, quest’ultimo non può finire in carcere se non c’è alcun altro riscontro. È inaccettabile che un cittadino possa essere, perfino, arrestato sul contenuto di una conversazione intrattenuta da due o più soggetti estranei. La proposta di Forza Italia è che la conversazione abbia un valore probatorio affievolito e necessiti di ulteriori riscontri. Non mero potere discrezionale di valutazione da parte dei magistrati della conversazione ma necessità di riscontro per legge”.