“Un Rettore si prende i meriti ma è la squadra quella che lavora”. Per Salvatore Cuzzocrea, Rettore dell’Università di Messina, il 2023 sarà un anno in trincea. A gennaio si è infatti insediato come presidente della Crui, la Conferenza dei Rettori degli Atenei, dopo l’elezione avvenuta il 15 dicembre. Un anno impegnativo a Messina, con l’apertura di numerosi cantieri e la conclusione di altri.
Cuzzocrea si racconta a Donna Sarina nel corso della seconda puntata del format web de ilSicilia.it e svela la passione per l’equitazione, il rammarico per il minor tempo dedicato alla famiglia ed ai figli. Per nulla ingessato, diretto fino all’anticonformismo, il Rettore dell’Università non ama l’auto blu e lo sfoggio dell’ermellino “non lo metto mai” e ha il pallino fisso di trasformare Messina in città universitaria.
“Tutte le opere edilizie che stiamo facendo e che sono state finanziate puntano a questo obiettivo. Abbiamo acquistato l’ex Hotel Riviera pe destinare gli alloggi agli studenti. Se la percentuale di studenti stranieri aumenta di anno in anno dobbiamo essere in grado di fornire servizi all’altezza”. Predilige il contatto diretto con gli studenti e sono numerose le iniziative che l’Ateneo sta portando avanti, dai concerti, all’UniMe games, cacce al tesoro, la Notte delle ricercatrici. “La mia porta è sempre aperta ed il Rettorato a qualsiasi ora è pieno di studenti. E ricordo poi che da noi lo sport alla Cittadella Universitaria è gratuito per gli studenti”.
Se gli si chiede per cosa vorrà essere ricordato risponde “Se sono rimasto rettore è perché lo devo agli studenti. L’Università non è luogo di potenti ma luogo dove formiamo gli studenti, la casa dei giovani, la loro famiglia. Sono Salvatore, un uomo normale che tornerà a fare la sua professione di farmacologo. Sono il collega che ha portato umanità e normalità all’Università di Messina”.
Tra le foto scorrono le immagini con il procuratore De Lucia, con Rula Jebreal, con la ministra Bernini e i mesi del Policlinico Universitario in prima linea contro il covid, ma anche quelle con la moglie Valentina e i due figli ai quali prima di candidarsi nel 2018 alla guida dell’Ateneo ha chiesto molto più che un’opinione.
Ha davanti a sé ancora un anno e mezzo di mandato come Rettore dell’Università di Messina e intende lavorare fino all’ultimo per rispettare gli impegni presi: “Devo completare il percorso di crescita che insieme ad una grande squadra abbiamo avviato. Non cerco plauso né notorietà, ma Messina si dovrebbe provare a mettere un po’ da parte l’invidia. Siamo una città autolesionista”.
Scaramantico quel che basta dopo tanti anni trascorsi all’Università di Napoli ed una moglie napoletana che insieme ai due figli rappresenta punto di partenza e punto di arrivo, solido sostegno “a loro devo chiedere scusa per il tempo che ho sottratto, ma senza di loro io non sarei qui”.