“Si sono accorti del pasticcio ma nessuno vuole prendersi la responsabilità”. Queste le parole di Gaetano (nome di fantasia, ndr) che ha sostenuto il concorso dedicato al potenziamento dei Centri per l’impiego, riservati sia ai diplomati che ai laureati.
Nello specifico, per il concorso per diplomati (487 assunzioni a tempo indeterminato per il potenziamento dei CPI), sarebbe emerso quello che a detta di molti partecipanti è “una vera e propria ingiustizia”.
Cosa è successo?
A mio parere è emersa una disparità con cui la commissione giudicatrice ha valutato il possesso dei titoli dei candidati. Nello specifico, mi riferisco alla differenza operata tra le lauree 3+2 e quelle a ciclo unico, vecchio ordinamento. E’ stato assegnato “1 punto per ogni laurea” e “1,50 punti per ogni laurea specialistica o magistrale. Di fatto i possessori delle lauree 3+2 hanno ottenuto 2,5 punti, mentre tutti coloro i quali hanno conseguito il titolo prima della riforma che introducesse la ripartizione fra triennali e specialistica, è stato hanno ottenuto 1,50. Si contraddice un principio giuridico secondo cui tutte le lauree sono equivalenti”.
Queste regole di attribuzione dei punti non erano chiare fin dall’inizio? Perché non si è intervenuti preventivamente?
Ovviamente no. Questo passaggio del bando non era per niente chiaro e quindi fortemente interpretabile, tant’è che tutti noi lo abbiamo interpretato allo stesso modo. Solo una volta pubblicata la graduatoria ci siamo resi conto che qualcosa non andava e che i conti non tornavano. Per come la vedo io si tratta evidentemente di regole scritte e gestite male. Poco conta, poiché è stata fatta una vera e propria discriminazione”.
Tutto ciò cosa sta comportando?
Semplicemente la commissione che ha valutato i titoli, ha messo per iscritto che non intende entrare nel merito della questione ma si sta limitando ad interpretare la norma così per come è scritta, nonostante sia chiaro che ci sia qualcosa che non vada”.
Sembrerebbe infatti che il Tar abbia rigettato al momento, le istanze di sospensiva presentate da alcuni candidati, poiché “le regole di distribuzione dei punteggi per i titoli di studio stabilite dalla lex specialis della procedura non sembrano violare lo schema del corretto esercizio della discrezionalità”.
A mio parere, la Regione avrebbe secondo me potuto chiedere un parere al proprio ufficio legale per riparare al danno fatto. Proprio in questi giorni i vincitori sono chiamati ad indicare la preferenza della sede e successivamente si dovrà procedere alla regolamentazione dei contratti. Se poi dovesse arrivare un giudice a revocare un posto di lavoro precedentemente assegnato, sarebbe senz’altro molto spiacevole, sostiene Gaetano.
Quanto conta 1 punto in più in graduatoria?
“In questo tipo di graduatoria anche un singolo punto in più può fare la differenza. Ovviamente, chi si è visto regalare questo punto in più lo ha sicuramente accolto come un qualcosa di letteralmente ‘caduto dal cielo’. Ci vorrebbe un’ammissione di responsabilità da parte della Regione. Titoli equivalenti non possono essere valutati in maniera differente”.
Spera che venga fatta chiarezza?
“Credo sia doveroso. Se ci dovesse essere davvero una ragione motivata per questa diversa attribuzione dei punti, che venga messa nero su bianco e ci si assuma le proprie responsabilità. Non si può lasciare nell’incertezza di un posto di lavoro decine di cittadini, soprattutto in una regione come la nostra in cui le aspettative lavorative sono così basse.”