L’artista palermitano Igor Scalisi Palminteri realizza un’opera dedicata a Biagio Conte su un muro del quartiere palermitano dello Sperone, in via Giuseppe Di Vittorio, luogo al quale il frate laico, scomparso poco meno di un mese fa, era fortemente legato.
Il titolo del dipinto, commissionato da Don Ugo Di Marzo parroco della Comunità Pastorale Roccella-Sperone e realizzato anche grazie a IACP, Rotary Club Palermo Libertà, Colorificio Di Maria, Associazione LCU Onlus, Siciliana Gru, ditta Torres e Fondazione Teatro Massimo, è ‘Quello che rimane dopo una mareggiata” e riprende una foto scattata a Biagio Conte dal fotografo Massimiliano Ferro. L’artista racconta il legame intimo che fratel Biagio aveva e che rimane con il quartiere: “Biagio Conte guarda lontano – spiega Igor Scalisi Palminteri –, se seguiamo il suo sguardo, è rivolto verso Monte Pellegrino che è per eccellenza, per noi palermitani, il Monte Sacro, quello che ospita il santuario di Santa Rosalia, ogni anno meta di pellegrinaggio. Biagio Conte era un pellegrino, è un pellegrino, ma tornando a Palermo aveva capito che la strada che doveva percorrere era molto breve, era quella per arrivare al prossimo, al quale ha dedicato tutta la sua vita”.
Per lo Sperone Biagio Conte nutriva un profondo sentimento di speranza e rinascita fin dall’inizio della sua missione di frate laico. Proprio in questo quartiere, con l’aiuto di alcuni volontari, aveva posizionato una croce poco più di trenta anni fa: “Qui dove io dipingo il muro – racconta Igor Scalisi Palminteri -, all’inizio della sua missione Biagio Conte ha eretto una croce perché ha visto che questo luogo aveva bisogno di cura. Mi chiedo – è l’amara riflessione dell’artista – quanto è effettivamente cambiato questo luogo da 30 anni a questa parte, da quando è stata eretta quella croce? Quanto le amministrazioni hanno curato questo luogo? Noi siamo ancora qui, oggi, insieme a Biagio Conte in questo pellegrinaggio a puntare l’attenzione su questo luogo e continuiamo a dire che questo quartiere ha bisogno della cura di tutti. Ma se questa non arriva innanzitutto da chi ha il dovere di riservargliela vorrà dire che la nostra rimarrà un’azione vana“.
Un messaggio forte, di denuncia e di richiamo alla responsabilità che Igor Scalisi Palminteri indirizza ai rappresentanti delle Istituzioni in maniera esplicita e diretta, fuori dalla retorica e dalle posizioni di comodo: “Questa non è soltanto un’opera di commemorazione, è anche una denuncia: nel dipingere Biagio Conte, come faceva lui con i suoi digiuni, vogliamo denunciare il fatto che questo luogo ha bisogno delle nostre attenzioni. È un atto politico e spirituale che rivendica la bellezza e la cura per un luogo”.
Quindi la conclusione di Igor Scalisi Palminteri, che mette in guardia i rappresentanti delle Istituzioni dalle passarelle: “Noi insieme a Biagio vogliamo stare con chi non è visto, chi è escluso, emarginato. E se verrà qualche rappresentante delle istituzioni all’inaugurazione di questo dipinto – avvisa l’artista – deve sapere che non serve. Occorre essere presenti in altri momenti per portare cura e attenzione a questi luoghi. Serve investire e avere una visione per questo posto“.