Alberto Firenze torna a Messina. Palermitano, ha guidato l’Ufficio emergenza covid di Messina per quasi due anni (qui), fino al giorno della chiusura della struttura commissariale. Adesso Firenze torna in riva allo Stretto, come commissario straordinario dell’azienda ospedaliera Papardo, dove si è insediato ieri pomeriggio.
Il professore, che prende il posto di Mario Paino, resterà in carica fino alla nomina del nuovo Direttore Generale (probabilmente tra maggio e giugno) e conosce bene la realtà sanitaria del territorio e le sue potenzialità.
E’ già al lavoro e si sta confrontando anche con il Ministero della salute, oltre che con la Regione e l’assessorato regionale alla salute, per le azioni da mettere in campo.
“Il Papardo ha buone potenzialità-commenta il neo commissario straordinario– ed ha ottimi professionisti. Certo l’età media è un po’ alta e dobbiamo iniziare a ragionare sulla dotazione organica. Ci sono carenze da colmare. Altrettanto impegno dovrà esserci sul fronte della digitalizzazione ed affronteremo nelle prossime settimane anche queste tematiche”.
Alberto Firenze ha guidato in modo manageriale l’Ufficio covid Messina con grandi risultati sia quanto a numeri che relativamente alle campagne di sensibilizzazione portate avanti in tutto il territorio, provincia compresa. Ha sempre speso parole di apprezzamento nei confronti del personale impiegato nell’emergenza nei diversi ruoli. A Messina da gennaio però i cosiddetti precari dell’emergenza covid si stanno mobilitando, contro le decisioni dell’Asp che, a differenza di quanto avviene nelle altre province e di quanto disposto dall’assessore Volo, non ha prorogato i contratti a numerosi precari ed in ultimo, dal 6 febbraio ha anche interrotto ad altro personale la proroga prima del termine (quello del 28 febbraio).
“Dispiace quanto accaduto anche perché non è un fatto che sta avvenendo in tutta la Regione ma solo a Messina. E’ inspiegabile anche l’interruzione prima del tempo, perché alla Regione il governo e l’Ars stanno pensando ad una possibile proroga fino ad aprile. Mi scrivono in tanti, anche perché tutto il personale si è speso tanto in questi anni ed è ancora necessario. Ma sono scelte e in quanto tali si devono rispettare”.