Visto il periodo post-sanremese, si potrebbe iniziare parafrasando il brano di Celentano Il ragazzo della via Gluck: “Dove prima c’era un prato ora c’è un roseto”. I bambini che giocavano a villa Trabia, a Palermo, non l’hanno presa benissimo…
“Buongiorno signor sindaco Lagalla, siamo due bambini e abitiamo nel palazzo di fronte al tuo e ci piace giocare a calcio. Noi due, prima, giocavamo a villa Trabia a calcio nella parte di terra dove ora c’è un campo da coltivare.
“Noi due ed altri bambini volevamo che facessi un campo con l’erba e con magari due porte da calcio e due canestri dietro le porte da calcio, per soddisfare anche i bambini a cui piace giocare a basket.
“Una delle due richieste può essere effettuata? Grazie”.
“Scritta e pensata da Alessandro e Manfredi”, questa lettera è stata pubblicata questa mattina su Facebook dalla mamma di Alessandro, Simona: “A dieci anni non chiedi molto alla tua città – racconta -. Vuoi solo un posto in cui poter giocare. Poi, un giorno, arrivi al solito posto col pallone sottobraccio e invece del prato incolto trovi un roseto. Va bene la riqualificazione della villa. Ma bisognerebbe dare a tutti la possibilità di vivere quello spazio. Mio figlio ha passato tutto il fine settimana a rimuginarci su. ‘Voglio farlo sapere al sindaco. Lo vedo tutti i giorni, in qualche modo devo dirglielo’. Non faceva altro che fare avanti e indietro per casa pensando a come riuscire nell’impresa. Ha pure coinvolto il vicino di casa, Manfredi. E insieme hanno alla fine deciso che la cosa più facile da fare era scrivere una lettera, cercando di fargliela avere tramite gli autisti, che incrociamo quasi ogni giorno”.
Oltre alla voglia di far valere i propri diritti, quello che salta all’occhio dalle poche righe è l’empatia per chi è appassionato di altri sport: “Tutti devono poter giocare, non solo i bambini che come me amano il calcio”. Sono state queste le parole che Alessandro ha detto alla madre per spiegare quella sua particolare attenzione per gli appassionati di basket.