La corte d’appello di Palermo ha confermato la condanna a 20 anni di carcere per il boss Antonio Massimino. Confermate le condanne inflitte in primo grado anche per altri imputati del processo nato dalla maxi inchiesta antimafia “Kerkent” che colpì il clan del capomafia.
Tornato libero dopo due condanne, Massimino si sarebbe rimesso all’opera organizzando la nuova “famiglia” e un vasto narcotraffico, con diramazioni anche a Palermo e in Calabria, che serviva per finanziare la cosca. Lievi riduzioni di pena sono state concesse ai “luogotenenti” del boss Francesco Vetrano (16 anni e un mese) e Giuseppe Messina (12 anni e 10 mesi), quest’ultimo e’ il titolare di un autolavaggio, fra Villaseta e Monserrato, dove ci sarebbero state decine di summit mafiosi. Il braccio destro di Massimino nella riscossione delle estorsioni, ritenuto estraneo al traffico di droga, l’agrigentino Liborio Militello, è stato condannato a 8 anni di reclusione per associazione mafiosa.
Condannato pure il figlio di Massimino, Gerlando, che lo avrebbe aiutato nella gestione dello spaccio e che ha avuto 10 anni. A 9 anni e due mesi è stato invece condannato Marco Clemente, a 11 e 4 mesi Alessio Di Nolfo, a 7 anni e 4 mesi Eugenio Gibilaro, a 8 anni e 4 mesi Sergio Cusumano, a 3 anni e 8 mesi Domenico Lavanderia, a 9 anni e 4 mesi Antonio Messina, a 4 anni Calogero Rizzo, a 4 anni Domenico Mandaradoni, a 4 anni Andrea Puntorno, a 8 anni e 4 mesi Giuseppe Tornabene, a 8 anni James Burgio, a 9 anni Salvatore Capraro, a 8 anni Fabio Contino.