La siccità dilaga e la Sicilia rappresenta la regione italiana che più di tutte rischia la desertificazione. All’Assessorato Energia e dei servizi di pubblica utilità, guidato da Roberto Di Mauro, abbiamo incontrato Stefano Albani, l’Amministratore Delegato di Siciliacque, l’azienda che opera nel settore dell’adduzione dell’acqua potabile della Regione Siciliana.
“Grazie agli investimenti di Siciliacque in questi anni, abbiamo recuperato tante risorse idriche e ridotto le perdite. Siamo ragionevolmente ottimisti per questa estate”, dunque i siciliani possono stare tranquilli, non mancheranno fonti di approvvigionamento. “Non rimarranno senza acqua, almeno per quanto riguarda le competenze del sovrambito, in particolare Siciliacque”, ma va anche detto che l’abitudine a fare sprechi non aiuta e accentua l’emergenza idrica. Negli ultimi anni la situazione irrigua dei terreni dell’Isola, così come la precarietà delle dighe e delle condutture che portano l’acqua nelle case e nelle attività commerciali, andava già nella direzione di quello che oggi è un vero e proprio sos acqua quindi “il cittadino deve comunque avere dei comportamenti responsabili e corretti rispetto all’uso dell’acqua, cercando di risparmiare risorse che purtroppo scarseggiano”.
Come garantirsi una disponibilità di acqua nei momenti di maggiore difficoltà? Albani ha detto che sono in cantiere soluzioni tecnologiche all’avanguardia come la digitalizzazione delle reti.
La società si occupa della gestione del servizio di captazione, accumulo, potabilizzazione e adduzione a scala sovrambito: le grandi condotte, le dighe, i potabilizzatori. In pratica, attraverso la rete di adduzione, fa confluire l’acqua captata e potabilizzata in grandi serbatoi.