I carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Palermo hanno arrestato per omicidio, aggravato dal metodo e dalle modalità mafiose, Tony Lipari e Tommaso Lo Presti accusato dell’assassinio del presunto boss di Porta Nuova Giuseppe Di Giacomo, 47 anni, avvenuto il 12 marzo 2014.
Lipari era stato arrestato nel 2008 nell’ambito dell’operazione antimafia ”Perseo” ma era stato assolto nel gennaio 2011. Lo Presti, invece, è attualmente detenuto in carcere per altri reati. Quest’ultimo sarebbe il mandante del delitto e Lipari l’esecutore materiale.
L’indagine è stata condotta dai militari dell’Arma, guidati dal colonnello Salvatore Di Gesare, e coordinata dalla Dda guidata dal procuratore Maurizio De Lucia. La risoluzione di quello che era ormai diventato un cold case si deve agli spunti forniti da alcune intercettazioni che hanno accertato il ruolo nell’omicidio di Lipari, già arrestato con l’accusa di essere uomo d’onore del mandamento mafioso di Porta Nuova. Di Giacomo, fratello dell’ergastolano Giovanni, capo del mandamento di Porta Nuova, venne ucciso il 12 marzo di 9 anni fa va mentre era in auto. L’omicidio avvenne in via Eugenio l’Emiro, alla Zisa, in pieno giorno. I killer che erano a bordo di uno scooter lo affiancarono e fecero fuoco.
“U capisti ca ammazzò Tony?”: la chiave dell’omicidio del boss Giuseppe Di Giacomo, ucciso a Palermo nel 2014, è in questa frase. “Lo hai capito che lo ha ammazzato Tony?” dice un anno fa, non sapendo di essere intercettato, Salvatore Lipari, fratello di Tony, killer di Di Giacomo. Per gli investigatori è la quadratura del cerchio a lungo cercata.
A sparare al capomafia, dunque, fu Tony Lipari, come racconta il fratello non sapendo di essere ascoltato dai carabinieri. Mandante del delitto il boss Tommaso Lo Presti che, in Di Giacomo, vedeva un rivale temibile. La vittima infatti gli contendeva il ruolo di capo del mandamento di Porta Nuova.