A Palermo i negozi del centro storico sono diminuiti di quasi il 40 per cento in dieci anni. Da 1.316 sono adesso 821, con la principale flessione che si registra su vendita al dettaglio di abbigliamento, libri e giocattoli. L’unica nota positiva riguarda la alberghi, B&B, ristoranti e bar: 295 a 500 attività.
I dati dell’Osservatorio sulla demografia d’impresa nelle città italiane e nei centri storici elaborati dal centro studi di Confcommercio parlano chiaro. La situazione di desertificazione è “ben nota”, sottolinea Maurizio Carta, assessore comunale alla Rigenerazione urbana e al centro storico.
“È il sintomo più evidente della necessità di rivedere il modello di rigenerazione e sviluppo del centro storico – afferma l’assessore -, perché quello attuale iniziato 30 anni fa non è più in grado di reggere le mutate condizioni e anzi rischia di far tornare il centro storico un luogo di criticità e desolazione in alcune parti”.
La giunta Lagalla, dal suo insediamento, ha subito avviato un percorso di dialogo con le associazioni di categoria, con gli esercenti e i commercianti, ma anche con gli stessi residenti, che vedono sparire sempre di più le attività commerciali di prossimità: “La prima azione è stata, insieme all’Assessore Forzinetti, la delibera di giunta che avvia la variante urbanistica alle norme del piano regolatore commerciale – dice Carta -, strumento indispensabile e corretto per rimuovere l’obsoleto limite dei 200 mq per le strutture di vendita, agevolando la localizzazione per esempio in via Roma di nuove strutture commerciali anche legate ai grandi marchi. La variante è stata inviata alla Regione Siciliana per l’istruttoria che consentirà di portarla presto in Consiglio Comunale per la sua approvazione”.
Inoltre, l’amministrazione sta lavorando sulla revisione delle licenze “in modo che non vi sia una eccessiva concentrazione e iperspecializzazione che impoverisce la diversità e ricchezza commerciale che ha sempre reso meraviglioso in centro storico di Palermo”, prosegue Carta che aggiunge: “Nel frattempo, grazie all’azione congiunta della polizia municipale e dell’assessorato alle Attività produttive, ho realizzato più di cento interventi di controllo, relativa sanzione, e in alcuni casi chiusura, degli esercizi commerciali in centro storico che non rispettano le norme igienico-sanitarie o gli spazi assegnati per i dehors o le limitazioni acustiche per non disturbare la quiete pubblica”.
Ma come contrastare la desertificazione?
“La desertificazione commerciale si contrasta anche riportando in attuazione le regole che agevolano le imprese sane e allontanano tutte le forme di abusivismo e sopruso, la cui tolleranza, invece, scaccia la vera imprenditoria, preziosa alleata nella rigenerazione del centro storico”, mette in evidenza l’assessore, che in questi mesi ha incontrato comitati civici, associazioni di commercianti e associazioni di categoria insieme alla soprintendenza, “per concordare un progetto unitario per dare dignità, bellezza, sicurezza e attività alle aree più commerciali e turistiche del centro storico, soprattutto lungo via Maqueda e via Vittorio Emanuele. Per queste due vie con le relative associazioni si sta ragionando in termini di veri e propri distretti culturali-commerciali”.
Uno dei motivi della desertificazione commerciale è, con tutta probabilità, legato alla mobilità e all’accessibilità al centro storico: l’assessorato guidato da Maurizio Carta sta rivedendo tecnicamente la tratta A del nuovo tram. Lo scopo è quello di rendere raggiungibile il centro “senza distruggerne l’impianto viario e architettonico”, spiega.
Tram, da una parte, parcheggi, dall’altra: è stato già pubblicato il bando per otto nuovi parcheggi in partenariato pubblico-privato. E come non dimenticare le pedonalizzazioni: alcune nuove e altre già esistenti, che sono state confermate.
“Infine – conclude Carta -, insieme alla commissione consiliare Attività produttive stiamo dialogando con i tassisti per agevolare l’uso del taxi in modo da rendere più agevole e meno costoso l’accesso nella Ztl”.
Proprio la zona a traffico limitato “anche su sollecitazione delle associazioni di categoria, è oggetto di una revisione che la renda sempre efficace dal punto di vista della qualità dell’ambiente, ma di più facile utilizzo per tutti coloro che devono accedervi per attività lavorative o esigenze commerciali”, sottolinea l’assessore.
Tutto questo, però, non basta. Parola dello stesso Carta, secondo cui “serve anche una revisione complessiva delle norme urbanistiche per il recupero del centro storico per introdurvi quella flessibilità del restauro e del recupero edilizio utile per agevolare nuovi residenti e conseguenti nuovi esercizi e servizi di prossimità. Perché nel centro storico si torni sempre di più ad abitare, ma anche a lavorare, vendere e comprare, passeggiare, degustare, educarsi e divertirsi, senza che una funzione configga con le altre. Insomma, serve una nuova visione del futuro del centro storico di Palermo che aggiorni quella del 1993 e che sia in grado di rispondere alle nuove esigenze”.