Luigi Costa, il funzionario della Motorizzazione ai domiciliari da ieri nell’ambito di una maxi inchiesta su un giro di mazzette, nascondeva in un armadio della stanza da letto, dentro ad alcune buste di plastica, i 590 mila euro trovati ieri dalla polizia. Accusato di corruzione, abuso e violazione del sistema informatico, ai domiciliari nella sua casa di via Oreto, Costa non aveva né una cassaforte, né un ripostiglio.
Ai poliziotti per scovare i soldi è bastato spostare i vestiti. Il funzionario, finito già in una inchiesta analoga, dovrà spiegare la provenienza del denaro. E lo potrà fare tra venerdì e lunedì quando inizieranno gli interrogatori di garanzia dei 22 arrestati davanti al gip. Costa dovrebbe essere il primo sentito. Il funzionario è stato molti anni in servizio negli uffici della motorizzazione in via Onorato. Una breve parentesi all’assessorato ai Trasporti dopo la prima inchiesta che lo coinvolse, poi il rientro alla Motorizzazione. Secondo gli investigatori, aveva sospettato che ci fosse una nuova indagine. “Vabbè – diceva intercettato dagli agenti – ci sono telecamere dentro, microspie, audio video. Già ci è bastato la prima volta. Abbiamo già dato dobbiamo stare attenti noi altri. Nella macchina non parlare capito”.