Sono 328 i beni confiscati alla mafia in provincia di Trapani che verranno assegnati, nei prossimi mesi, ai Comuni di Castelvetrano, Salemi, Custonaci, Castellammare del Golfo, Campobello di Mazara, Trapani, Paceco, Valderice Partanna, Marsala e Alcamo. La disponibilità è stata espressa per 288 dei 328 beni originariamente proposti, per un valore di oltre 13 milioni di euro.
Stamattina alla prefettura di Trapani si è tenuta la conferenza di servizi, alla presenza del sottosegretario al Ministero dell’Interno Wanda Ferro e dei vertici dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. “L’esempio della presenza dello Stato che arriva sempre – ha affermato il sottosegretario Ferro – è testimoniato dal fatto che ben 121 beni destinati sono riconducibili a soggetti legati a Matteo Messina Denaro. Ancora una volta si dimostra che gli investimenti criminali sono destinati a ritornare nella mani dei cittadini onesti e della comunità. Infatti, come testimonia quell’arresto anche attraverso i beni in questione, chi costruisce sulla sabbia non può pensare di aver costruito sulla roccia”. Alla conferenza di stamattina i sindaci dei Comuni hanno consegnato le delibere di Giunta nelle quali esprimono la disponibilità ad acquisire i beni al patrimonio indisponibile.
“Stiamo lavorando per rendere più efficienti le procedure per l’assegnazione dei beni e l’avvio dei progetti di riutilizzo a fini sociali o istituzionali, anche grazie ad una maggiore sinergia tra i ministeri dell’Interno e della Giustizia. – ha affermato il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro – La prima volta il ministero del’Interno ha assegnato in via diretta 260 immobili ad enti del terzo settore, ma il nostro impegno, condiviso con il ministro Piantedosi, è quello di affiancare i comuni, soprattutto quelli più piccoli, in modo da potenziarne la capacità progettuale, l’accesso alle risorse nazionali ed europee, una maggiore efficienza dei controlli attraverso la realizzazione di white list per le realtà del sociale”.
“Vogliamo anche creare un gioco di squadra per la gestione delle aziende confiscate affinché quelle che non sono mere scatole vuote possano restare sul mercato, superando il cosiddetto shock di legalità, e assicurando crescita economica e occupazione”, ha aggiunto.